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Ischitella/ Un processo al Visconti nel 1758 (60a parte).

Dell’ordine da me spedito dal Mag.co Michelantonio di Cato di non esserne affatto formati atti con proceduto ordine della regia Corte esso Governatore non era stato affetto inteso di quanto sinora operato in tale dipendenza.
E considerandomi di poter appurare il tutto da Michele Paolino il quale aveva comunicato tutti gli ordini accennati come dicono il serviente e Guardiano avendolo inteso sostenne che non avendo l’ill.re Marchese di Giuliano potuto riscuotere ducati depositati in mano del Governatore in vigore della accennata cessione che gliene fu fatta dal sindaco Visconti,ma quella data ed esso Paolino chiedendogli giustizia come mastrodatta ed avendo comunicata la domanda dell’Ill.re Marchese al predetto Governatore de Cato questi gli aveva dato la facoltà di fare tutto quanto stimava necessario motivo per cui aveva da solo disposto quanto di sopra senza ordine n’è intelligenza alcuna di detto. Il.re Marchese,e nonostante l’ammonizione da ma fattagli avuta anche con serie ingiunzioni a dire il vero sembrandomi troppo inverosimile in tutte le parti il suo detto,nelle riflessioni che aveva fatto varie disposizioni in diversi tempi con servirsi anche del Guardiano dell’ Ill.re Marchese in farle eseguire al solo fine di esigere denaro,che il medesimo pretendeva e lo doveva accio fatto darsi da solo perché ha sempre sostenuto quanto disse di sopra onde stimai di notare semplicemente il suo dato e di ingiungergli mandato penale di conferirsi alla presenza di V.S. Ill.ma ad ogni suo ordine poiché in tal guisa si potesse andare a deporre la verità.
E finalmente ho approvato che il Sig. Gio Batta Visconti anche dopo la restituzione delle robbe deposte continuò a trattare assiduamente e con la solita confidenza con detto Ill.re Marchese sino a poco prima che gli fu fatto il sequestro del cavallo e la sua partenza da qui che seguì in quello del 20/087 di detto passato prossimo anno 1758.

Giuseppe Laganella

 

 

 

 

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