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Accadde Oggi/ Una Bugatti a Vico del Gargano in un film di Ferruccio Castronuovo

La rubrica “Accadde Oggi” è dedicata al 12 Aprile 2014, giorno in cui Ferruccio Castronuovo ha presentato in Anteprima a Bari il suo documentario Che ci fa una Bugatti a Vico del Gargano?. Questo piccolo Paese, uno dei borghi più belli d’Italia, nel quale era nata la sua mamma, è quello dove il regista barese si è trasferito per vivere ed al quale ha dedicato questo film.

Risale al 1934 la foto che ritrae – a bordo di questa vettura di gran lusso – i genitori del regista, i quali proprio non potevano permettersela. Ma c’è uno zio (Michelino Locatelli, fratello della madre) che è in rapporti con la Michelin e questa industria francese, per provare pneumatici sulle strade sterrate, sceglie il territorio pugliese e gli affida il veicolo per un paio di settimane. Nessuno resiste alla tentazione di farsi fotografare a Vico del Gargano, che all’epoca è un centro più popoloso di oggi.

Nasce, così, questo film autobiografico, di cui Castronuovo cura anche il testo e il montaggio, e partecipa anche alle riprese ed alle musiche. Si passa in rassegna il Gargano di altri tempi, con le immagini della ultima emigrazione, prima della guerra mondiale, in Eritrea (1938), viaggio in cui Castronuovo è coinvolto con i genitori. Ma ecco in bianco e nero il castello del Paese, poi l’arrivo della corriera, e le donne forti che lavano i panni alle sorgenti d’acqua fuori porta.

Dopo un ricordo del bombardamento di Foggia, arriviamo al 1959 e – facendo il verso ai fratelli Lumiere – appare il trenino in stile FarWest che, a ferragosto, arriva nella piccola stazione di San Menaio, e ne scendono altre donne, più fortunate, che fanno il bagno in sottana alla spiaggia di Calenella.

Non manca la caratteristica pesca al “trabucco”, nella zona di Monte Pucci a Peschici, ritratta nel 1962 con il cigolio degli argani e con la voce concitata dei pescatori all’opera a San Menaio. Le donne all’alba svuotano i maleodoranti “prisi” da notte nei carribotte, che attraversano il Paese al suono di una trombetta, ancora nel 1966. E – dulcis in fundo – il film si chiude con il laboratorio di pasticceria di Rosetta.

L’opera filmica contiene alcuni documenti d’epoca, nonché il “girato” in pellicole 8mm, Super8, 16 millimetri, video Hi8, ma anche in digitale hd, con altre riprese di Antonio Spagnoli, Maurizio Manduzio, Marcello Esposito; fonico è Pietro Fiore. Il suono è stato ricostruito, con aggiunte di musiche di Matteo Salvatore (che appare nelle serate nella enoteca di Peschici) e di Nino Rota e con le immancabili canzoni “Se potessi avere mille lire al mese” e “Faccetta nera”.

Ferruccio Castronuovo è sempre un signore simpatico e comunicativo, sorridente e molto documentato, ma anche modesto e disponibile: si aggira con i suoi baffi grigi tra le sale del Multicinema Galleria, il pomeriggio della proiezione nell’ambito del Bif&st 2014.

Lo invito a sedersi e subito si avvicinano Maurizio Di Rienzo e Angelo Amoroso d’Aragona, che lo abbracciano. Lui tira fuori, dalle ampie tasche, un depliant a colori della famosa Bugatti e chiarisce come questa auto – negli anni del regime – costituisse un veicolo più raro, e più caro, di quanto oggi sarebbe una Ferrari.

Appare impossibile riuscire a raccontare tutta la esperienza cinematografica di Castronuovo, dai cartoni animati con Zac al Folkstudio, dai cabaret di Parigi e Barcellona alla pubblicità, dalle immagini girate a Valle Giulia nel ’68 al Maggio Francese.

E poi i suoi accurati lavori per Alberto Moravia, Pierpaolo Pasolini, Ugo Gregoretti, Ettore Scola, Guseppe De Santis, i fratelli Taviani, Nanny Loi, Luigi Zampa, Maurizio Costanzo, Sergio Leone, Anton Giulio Maiano, fino a dieci anni di stretta collaborazione con Federico Fellini.

Adriano Silvestri