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LETTERA A UN AMICO

Riceviamo e pubblichiamo.

Caro amico,

come tu ben sai, i greci  amavano raccontare le debolezze e i vizi degli uomini attraverso la mitologia, racconti; altro non erano che didascalie per insegnare e far riflettere su tutti gli aspetti della vita umana. Tra queste vi era il narcisismo raccontato attraverso il mito di Narciso che qui brevemente voglio riportare alla tua mente.

Zeus era solito invaghirsi delle ninfe e, come si può immaginare, faceva di frequente loro visita.

Era, (o Giunone se vuoi, viste le tue italiche origini) sua moglie, lo sorvegliava sospettosa dal monte Olimpo ma ogni volta che era sul punto di coglierlo sul fatto, la ninfa Eco la distraeva con delle chiacchiere inutili.

A quel punto Era, esasperata, punì Eco con una maledizione: non avrebbe più potuto parlare ma solo ripetere le ultime parole delle persone con cui dialogava.

Un giorno Eco vide un bel giovane che stava cacciando, il suo nome era Narciso e se ne innamorò. Ne rimase così ossessionata che cominciò a seguirlo. Ogni volta, però, che Eco cercava di parlargli, tutto ciò che Narciso udiva erano le stesse parole ripetute. Alla fine Eco uscì dagli alberi dietro cui si nascondeva e buttò le braccia al collo di Narciso.

Narciso, però, era un giovane molto vanitoso e disprezzava chi lo amava: “Giù le mani! – esclamò – Possa io morire prima di farti godere del mio corpo!”

Questa scena umiliante fu vista dalla dea Nemesis la quale era solita punire chi si macchiava di vanità. Quindi, decise di attirare Narciso verso uno specchio d’acqua dove poteva vedere la propria immagine riflessa. Finalmente, appagato di ammirare una bellezza pari alla sua, si innamorò di se stesso senza più riuscire ad allontanarsi dalla sua immagine riflessa. 

Ed Eco era lì a guardarlo mentre si innamorava di se stesso.

Consumato da un amore impossibile, Narciso perse la volontà di vivere e guardandosi un’ultima volta nell’acqua disse: “O meraviglioso ragazzo, ti ho amato inutilmente, addio!” e si gettò nello stagno. Eco lo guardò annegare e quando morì ripetè: “Addio, addio, addio!”

Mi chiederai : che cosa insegna il mito di Narciso? 

Che non bisogna seguire  chi è preso dall’autocelebrazione di sé stesso.

Non soggiogare la ragione al fascino della loro eloquenza che quasi sempre sfocia in un ingannevole retorica.

Essi rappresentano la causa del loro essere egoisti e disinteressati a ciò che non riguarda loro stessi.

Non hanno la capacità di calarsi nei panni degli altri. Riescono ad esprimere i loro sentimenti solo prestando attenzione ai loro bisogni ed interessi personali.

Le persone narcisiste non riescono a comprendere e accettare il proprio io interiore, perché non riescono a scoprire se stessi andando oltre quello che creano con la loro immaginazione.

Per questo coltivano una falsa autostima che impedisce loro di amarsi pienamente e senza riserve.

Appartengono a quella categoria di persone cosiddette negative. Si privano della possibilità di avere fiducia e di godersi ciò che la vita ha da offrire.

Le persone narcisiste, amando solo loro stesse, disconoscono il potere dell’amore e limitano il loro bagaglio emotivo.

Caratteristica tutta loro è  di non accettare  i pensieri, i sentimenti e i comportamenti degli altri, se sono diversi dai loro.

Per questo sono persone vuote che evitano un atteggiamento positivo e propositivo in ogni relazione che allacciano.

Sono incapaci di rispondere delle loro azioni. Per questo sono soggette ad un isolamento sociale più forte che le rende profondamente immature.

Le persone narcisiste sono prive di vita e di libertà, perché sottomesse alle loro convinzioni e ai loro pensieri; e questo le limita enormemente nei loro comportamenti e nei loro desideri.

Questa mancanza deriva da tutte le altre elencate fino ad ora e probabilmente è anche la più grave.

Le persone narcisiste pensano solo a loro stesse e ammirano solo le loro qualità. Questa caratteristica le rende assolutamente prive di un’identità.

In conclusione amico mio, chi ritiene di essere migliore degli altri non potrà mai ambire ad una crescita, ma si limiterà ad ascoltare sempre la propria versione e resterà prigioniero delle sue  vuote aspirazioni e dell’assenza di emozioni.

Guardati da loro, rifletti e stai bene.

Gaetano Manfredi