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San Giovanni Rotondo – 23 OTTOBRE 1860: 160 ANNI FA LA REAZIONE BORBONICA IN CUI PERSERO LA VITA 24 UOMINI

Il 23 ottobre 1860, a pochi giorni dal Plebiscito per l’unità del Mezzogiorno al resto d’Italia, in un clima di incertezza e di notevole agitazione politica,nella città di San Giovanni Rotondo si consumò una sanguinosa strage dove persero la vita ventiquattro uomini. A ricordare quei terribili fatti oggi sulla facciata di Palazzo San Francesco, dove si consumò la strage (in modo particolare in una stanza adibita a carcere), è collocata una lapide con i nomi delle vittime. Si tratta di una copia dell’originale che è custodita nel chiostro comunale.

«I due eventi tragici verificatisi a San Giovanni Rotondo, nel 1860 e nel 1920, ci devono far riflettere sull’importanza delle basi della nostra democrazia, a cui siamo arrivati, purtroppo, attraversando diversi momenti bui -. ha dichiarato il sindaco Michele Crisetti –Il ricordo, la storia, devono rafforzare i nostri principi di democrazia, basati sulla civile convivenza, la libertà, l’uguaglianza tra le persone e la giustizia sociale: questi valori sono il motore del nostro modello civile. Occorre praticare sempre l’esercizio della memoria, come un esercizio a cui non bisogna mai rinunciare».

Sulla lapide si legge: “Qui cieco furore di plebe rinchiuse e da fautori di borbonica tirannide istigato senza cristiano consiglio in un’ora sola il 23 ottobre 1860 con miseranda strage 24 egregi uomini trucidò che la postuma cittadina riconoscenza martiri di libertà proclama e l’Italia redenta ai posteri tramanda”.

I ventiquattro cittadini che persero la vita quel giorno sono: Agostino Bocchino, Alessandro Campanile, Gennaro Cascavilla, i fratelli Enrico D’Errico e Luigi D’Errico, Nicola Maria Del Grosso, Guglielmo Fabrocini, Michele Fazzano,Matteo Fini, Franco Paolo, Achille Giuva,Giuseppe Irace e i figli Tommaso e Vincenzo, Tommaso Lecce, Maresca Antonino,i fratelli Achille e Luigi Merla, i fratelli Alfonso e Costantino Mucci,Francesco Ruggieri, Francesco Paolo Russo, Celestino Sabatelli e Terenzio Ventrella.