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28 OTTOBRE/ PANE DEL CUORE

Vi offro questo sorriso senza nulla domandarvi in cambio, solo per il piace­re, la gioia d’essere con voi, di condividere questo istante di vita che ci è of­ferto gratuitamente. Vi offro questo sorriso, sì, per il solo piacere. Sappiate che il sorriso è il pane del cuore e che il mondo è affamato di sorriso e atten­de il vostro per far meglio battere il suo cuore.

ANONIMO

«Quando stavo in Belgio, andando a fare una visita in una catte­drale, avevo trovato sul banco dove abitualmente si mettono pre­ghiere, pensieri e riflessioni spirituali questo foglietto.» Così mi scri­veva una suora inviandomi un piccolo foglio ingiallito con un elogio del sorriso, scritto in francese. Mi piace quella definizione: «pane del cuore». Ciò che sostiene la nostra intimità non è, infatti, il cibo che assumiamo o l’allegria confusa che ci avvolge. È la serenità, la dol­cezza di sentirsi amati, non dimenticati e isolati. E la via per offrire questo dono di vicinanza e di affetto è il sorriso.

Basta solo un istante per sorridere ed è come se la vita fosse attra­versata da un raggio di sole. Spesso la nostra esistenza scorre fra tensioni e scontri; la musoneria è l’atteggiamento più comune. An­che lo scherzo che diverte si è trasformato in ghigno feroce e persino in aggressività. Qualche tempo fa il figlio di alcuni miei amici si era imbattuto nella parola «grifagno» e me ne aveva chiesto il significa­to. Gli avevo spiegato che è un’immagine desunta dagli uccelli rapa­ci e predatori e che significa «truce, minaccioso, cupo in volto». Il ra­gazzo aveva concluso: «Proprio come sono i grandi quando vanno per strada». Sì, noi adulti non riusciamo più a sorridere, anche «solo per il piacere» di vivere.

Gianfranco Ravasi