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OSSIGENO LIQUIDO, IN PUGLIA ARRIVA LA DEROGA: POTRANNO PRESCRIVERLO ANCHE MEDICI DI FAMIGLIA E PEDIATRI

E’ quanto stabilito dalla delibera (n. 1753 del 18 novembre scorso) del presidente Michele Emiliano, pubblicata ieri sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Emiliano ha autorizzato, in via del tutto eccezionale fino al 31 gennaio 2021, vista la fase emergenziale e nei casi di indisponibilità delle bombole di ossigeno gassoso nel canale della farmaceutica convenzionata, la prescrizione in deroga da parte dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera scelta del servizio di ossigenoterapia liquida domiciliare (Otl).

In Puglia, l’Ossigeno Terapia Liquida domiciliare poteva essere prescritta solo da parte di medici specialisti operanti presso i Centri autorizzati dalla regione, mediante la compilazione del Piano Terapeutico e la successiva approvazione ed attivazione del servizio da parte dei Distretti Socio sanitari delle Asl territorialmente competenti per la residenza dell’assistito.

Per attivare il servizio il medico consegna al paziente la prescrizione e gli indica il numero verde della ditta fornitrice aggiudicataria per la Asl di residenza. Nel caso della Asl di Foggia, la ditta è la Linde Medicale (800-01003). Il paziente contatta il numero verde e consegna la ricetta al momento dell’attivazione del servizio; la ditta fornitrice, entro massimo 12 ore dalla chiamata (compresi il sabato, la domenica e i festivi), fornisce al paziente l’ossigeno e i materiali consumabili, rileva i dati dalla ricetta rossa consegnata dal paziente e imposta i flussi di terapia; il paziente, alla ricezione dell’ossigeno e del materiale consumabile previsto, firma la bolla di consegna.

A causa del recente aumento del numero dei contagi da Covid, nella Regione Puglia, al pari di altre regioni, è stato rilevato, anche dalla Consulta degli Ordini dei farmacisti di Puglia un elevato incremento del consumo di bombole di ossigeno gassoso terapeutico, che scarseggiavano anche a causa della frequente mancata restituzione dei contenitori di ossigeno non utilizzati da parte degli assistiti, non consentendo in tal modo di attivare le operazioni di ricarica delle bombole dalle ditte fornitrici.