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7 Aprile/ IL DANUBIO BLU

«Ecco il nostro gran bel fiume, il Danubio blu!» Chinandoci dai finestrini del pullman per vedere meglio, quel giorno scorgemmo un fiume giallastro e fangoso. Dissi allora: «Il Danubio blu! Non è affatto blu e nemmeno mol­to bello il vostro fiume!». La giovane rispose seccata: «Lei è troppo vecchio! Non ne capisce nulla! Il Danubio è sempre blu per gli innamorati!».

PIERRE CEYRAC S.J.

Anch’io, quando vidi per la prima volta «il bel Danubio blu» mol­ti anni fa, ebbi la stessa reazione del gesuita francese Pierre Ceyrac, vissuto per mezzo secolo in Asia, tra gli ultimi della terra, e rientrato in Europa (il racconto è nel suo bel libro Pellegrino delle frontiere). La risposta che la giovane dà al vecchio missionario rivela, però, una verità profonda che egli riconosce: «Come aveva ragione! E tutto co­sì bello quando si è innamorati! Quando si ama una ragazza, lei è certamente la più bella del mondo!». L’amore trasfigura la realtà an­che quando essa è grigia e quotidiana.

Sempre identico è lo specchio d’acqua di un lago. Eppure se è una giornata senza sole, esso sembra una lastra metallica opaca. Se inve­ce brilla il sole, ecco davanti a noi una tavolozza di colori e di imma­gini. Il ragazzo che il giorno prima tirava a campare fino a sera sen­za entusiasmo, quando si innamora, già il giorno dopo vive le ore – identiche a prima – con un fremito di gioia e tutto si trasfigura e si il­lumina. È per questo che dobbiamo avere un germe d’amore per po­ter vivere con intensità una scelta, una vocazione, anzi la stessa esi­stenza.

E amore è donazione. C’è un bellissimo sottotitolo nel libro di padre Ceyrac: «Ciò che non è dato è perso». Come egli spiega, si tratta di una frase scritta da un visitatore sul «libro d’oro» di un leb­brosario indiano.

Gianfranco Ravasi