A giugno in provincia di Foggia è piovuto dieci volte tanto rispetto al corrispondente mese di un anno fa, siamo ai livelli (se non superiori) delle migliori annate piovose in Capitanata quando la pioggia si concentra soprattutto ad aprile e maggio, i mesi in cui le precipitazioni statisticamente di concentrano maggiormente sulla Capitanata. Nei trenta giorni del mese scorso sono complessivamente caduti sulla nostra provincia 61,30 millimetri – secondo quanto segnala la Coldiretti – pari al- 1863% in più rispetto al giugno del 2017 il cui dato si ferma a un misero 7,10. Gli invasi di Occhito, Capaccio, Osento e Capacciotti contengono attualmente 14,7 milioni di metri cubi d’acqua in più rispetto al corrispondente periodo del 2017: il deficit idrico dei mesi precedenti è stato compensato evidentemente dalle piogge, divenute improvvise e violente (e altre perturbazioni sono previste anche a luglio, nonostante il gran caldo scoppiato negli ultimi giorni). «In alcuni comuni i dati pluviometrici sono particolarmente alti – rileva Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – è il caso di Lucera dove a giugno sono caduti 136,4 millimetri di pioggia contro lo 0,2 di giugno 2017». «La pioggia è manna per una regione a rischio desertificazione per il 57% dpi territorio, sempre che i fenomeni non siano così violenti da danneggiare pesantemente le colture orticole e arboree, così come sta accadendo negli ultimi mesi», rileva ancora l’organizzazione agricola. La Coldiretti sottolinea inoltre la necessità dell’adozione di un «Programma di azione regionale, in linea con il Programma nazionale per non disperdere la pioggia». Da articolare in che modo? «Tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche misurando i flussi d’acqua che vanno all’industria, al potabile e all’uso irriguo, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani».