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….egregii Pictoris opera depictum volui….

Nel corso dei secoli, talvolta, ingegni mirabili e profondi hanno operato nei nostri luoghi, lasciando tracce labili ma degne di nota. Alcune di queste appartengono ad un certo Gioseppe Nicolò, figlio di Dominico Tomaiulo e di Isabella Jodares, nato a Vieste il 4 giugno 1697.

Ignoto alla quasi totalità dei suoi concittadini, cenni della sua esistenza terrena e delle sue peculiari virtù si rilevano dalle citazioni di alcuni artisti suoi contemporanei e, più recentemente, da quelle dei rari cultori d’arte e di patrie memorie.
Vieste è troppo indaffarata nelle sue industrie e, quando si distrae, tra cittadinanze onorarie  incontinenti e cotillon, non ha tempo e danaro per «queste cose».

Ma torniamo al Nostro.

Si sa che egli fu pittore egregio, per oltre un quarantennio, attivo a Napoli ed in alcune province del Regno. Le sue opere, di notevole spessore artistico, furono e sono vanto di duomi e di collettività.
Maestro della Reale Accademia di Disegno in Napoli, nel 1772, il Vanvitelli lo definì »uno dei migliori pittori del Regno». Avulsa da riviste e quotazioni, da gallerie e mercanti, tale valutazione ha ancora ragione.
A Vieste, nella cappella della Santissima Trinità della Basilica Concattedrale, si ammira l’unica sua tela integra ed autografa e, nell’Episcopio, quella lacunosa della Presentazione al Tempio, che troneggiava sull’altare maggiore della chiesa di San Simeone.
Le due opere appaiono lontane dai coevi orrori pittorici del lacunar basilicale, nelle cui tre tele sembrano scorgersi storpiate allusioni al Nostro.
Da qualche tempo, intermittenti indagini intorno alla personalità artistica del Tomaiulo sono oggetto di una solitaria ricerca del pittore Franco Lorusso, che, nel 1997, operò il restauro della tela di San Simeone.
Intanto, in attesa di riscatto, il Tomaiulo vive relegato nella nostra isola della dimenticanza sempre pronta ad accogliere ed innalzare nuovi imbonitori e mendicanti.

Giuseppe Ruggieri