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Intervista a Umberto Cupertino [audio]

Durante i 58 giorni in cui è stato prigionieri di Al Qaeda, ha trovato conforto in Padre Pio e nella Boxe Thailandese. Il ricordo di Fabrizio Quattrocchi, l'ostaggio ucciso dai rapitori.
L'intervista, fatta sabato scorso in occasione della "Notte dei Guerrieri" tenutasi a San Giovanni Rotondo, è stata registrata prima del rilascio di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista di Repubblica liberato qualche giorno fa.

Sempre sorridente, scherzoso, allegro con tutto e con tutti, interessato alle performance degli atleti che sul ring si stavano alternando in incontri del suo sport preferito, la Boxe Thailandese.
Ma con tanta voglia, quasi bisogno, di parlare di quei lunghissimi 58 giorni di prigionia, con il timore di non poter più riabbracciare i suoi cari.
Ma quando la fanfara dei Bersaglieri ha intonato l'inno di Mameli, si è messo in disparte e, sull'attenti e con la mano sul cuore, ha cantato a squarciagola "…stringiamci a coorte, siam pronti alla morte…"

 

 

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Cupertino (il primo da sinistra) con Salvatore Stelfio e Maurizio Agliana, suoi compagni di sventura, in un fotogramma tratto da un video trasmesso da una tv araba

 

Sandro Siena