Fu Zeman a consigliargli di venire in Puglia e il cileno (11 gol realizzati) sta trascinando la squadra ai play off. «Digli che tornasse in Italia e accettasse ad occhi chiusi di andare a giocare a Foggia, quella è la piazza ideale per rilanciarsi nel grande calcio». Se non avesse dato ascolto alle stimolanti parole che il profeta Zdenek Zeman gli fece arrivare in Cile per tramite del suo procuratore Filippo Fusco, a quest´ora Mario Salgado starebbe facendo un altro lavoro nella sua Talcahuano. Già.
Deluso dall´amara esperienza italiana iniziata nel 2001 in A col Brescia e conclusa nel 2006 in B con l´Albinoleffe, lui lo scorso giugno sen´era tornato definitivamente nel suo Paese, deciso ad abbandonare per sempre il calcio a soli 25 anni, essendo nato il 3 giugno del 1981.
PRIMA SCOMMESSA – Invece, l´illuminante messaggio del boemo gli aprì il cuore, restituendogli nuovi entusiasmi e una gran voglia di riscatto. Così il giorno dopo el pescador salì sul primo aereo diretto in Italia e sbarcò a Foggia con tre scommesse da vincere: dimostrare di essere un vero talento, traghettare a suon di gol il Foggia in serie B e riconquistare la maglia della Nazionale cilena. La prima, certamente la più importante, l´ha già vinta ampiamente. Perchè Mario Salgado, professionista esemplare e attaccante di gran classe, sta davvero facendo la differenza sia nel Foggia sia nel campionato, dimostrando di meritare palcoscenici da serie A. E di ciò, ne siamo certi, Salgado ringrazia sentitamente il profeta di Praga Zeman, ancora prima che se stesso.
UNDICI EUROGOL – Elegante, fantasia e piedi buoni, tatticamente intelligente, sgusciante e veloce come una lepre, bravissimo nell´uno contro uno, devastante quando parte palla al piede e taglia le difese a fettine. Una delizia veder giocare questo talento sudamericano ben presto diventato il beniamino del popolo rossonero. Come deliziosi sono i suoi eurogol. Roba da cineteca. Ne ha realizzati undici, finora, uno più spettacolare dell´altro, battendo il suo primato personale: ne aveva segnati sei due anni fa in B con la maglia della Ternana. Il suo obiettivo è toccare quota 15. Può centrarlo.
PROMOZIONE E NAZIONALE – A Foggia e col Foggia Marione Salgado sta vivendo una stagione straordinariamente bella. Peccato che non possa raccontare a tutto il mondo quanto sia felice a causa del blackout attuato dalla squadra due mesi fa. Ma basta guardarlo negli occhi per capire che ha riscoperto l´entusiasmo di giocare e gli stimoli giusti per vincere le altre due scommesse: la promozione in B e tornare a vestire la gloriosa maglia della Nazionale del suo Paese, dove è l´idolo più amato dopo Zamorano.
Serio, educato, ragazzo acqua e sapone senza grilli per la testa, Mario Salgado era arrivato in Italia nel 2001. Due stagioni con poca fortuna in A col Brescia, una in B a Verona, una parentesi in Austria in A col Salisburgo, un buon campionato in B con la Ternana, quindi il rientro a Brescia in B e infine l´Albinoleffe. Un accumulo di delusioni. Poi l´amara decisione di abbandonare il calcio e tornarsene nella sua splendida Talcahuano dove aveva intenzione di metter su un´attivita commerciale. Ma due mesi dopo gli arrivò il messaggio del profeta Zeman, grazie al quale il calcio ha ritrovato un campione. Ora Mario Salgado è finito nel mirino di alcune squadre di A e diverse di B. Lui però ha un altro anno di contratto. Tuttavia la sua permanenza a Foggia è legata solo e soltanto alla promozione in B. E si capisce. In C è un talento sprecato.
Antonio Troisi – Corriere dello Sport