Entrano nel vivo oggi, con la solenne processione del simulacro del Trecento, i solenni festeggiamenti in onore di Santa Maria di Merino, protettrice della città di Vieste. Cominciata l'altro pomeriggio con lo sparo di mortaretti e il giro per l'abitato della banda cittadina, la festa patronale principale di Vieste vede oggi il suo culmine con la suggestiva processione della statua lignea della Vergine, raffigurante l'Annunziata e risalente al XIV secolo, la cui origine è un tutt'uno tra storia e leggenda. Secondo la tradizione, il simulacro in legno di tiglio, di pregevole fattura, sarebbe giunto a Vieste dal mare, ritrovato da alcuni pescatori sulla spiaggia di "Scialmarino", il lunghissimo arenile a nord di Vieste a ridosso del quale sorge oggi il santuario dedicato alla Madonna di Merino. La storia narra di un miracoloso evento che ha reso la statua della Madonna particolarmente amata dai viestani. Si tratta dell'incendio della cattedrale, avvenuto nel '600, quando il simulacro, allora poco venerato, si trovava rinchiuso in una nicchia della sacrestia. Le fiamme arrecarono gravissimi danni alla cattedrale.La statua della Madonna, però, rimase del tutto illesa. Si grido al miracolo e d'allora quella immagine della Vergine con il braccio destro alzato in segno di saluto e gli occhi fissi al cielo, è entrata nel cuore dei viestani.