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Buena Vista Puglian Club di Valter Giuliano

Per arrivare a Carpino bisogna infilarsi tra i gioielli del Gargano, nel cuore del Parco Nazionale, a metà strada tra la Foresta Umbra e il lago di Varano.

Nella piana oggi regna sovrano l’oliveto, con il suo argento che vibra nella brezza di questa mattina tersa, bruciante di luce. Da poco è stata anche rilanciata la produzione delle fave, sostenuta dal Parco, che ne ha promosso il Consorzio di tutela. Una varietà locale, piccola e dolce, con una fossetta nella parte inferiore, Presidio Slow Food. Un tempo l’attività agricola era fondata sui cereali e soprattutto sul pascolo.
Il benessere era, quasi sempre, un miraggio; la realtà fatta spesso di miseria e solitudine. Poi è scoccato il tempo del riscatto, che passa anche attraverso la riscoperta della tradizione, delle radici culturali, dell’orgoglio di appartenere a un territorio.
A Carpino tutto questo comincia dal ristabilimento della verità. Appena arrivo in Piazza del Popolo, cuore della città, la prima cosa che mi spiegano è che è questa la piazza del film La legge di Jules Dassin, con Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida e Yves Montand. “Corsica 1958”, dicevano le didascalie della finzione cinematografica. Ma non era vero.
«Macché Corsica, era questa piazza qui».
Nella piazza convergono sei strade e noi arriviamo in giorno di mercato. La confusione regna sovrana, piena di suoni, aromi e colori. Non è difficile immaginare la piazza durante il Carpino Folk festival: dicono sia un muro vivente, un’immensa platea verticale. Per i dettagli continua a leggere.

 

 

Ufficio Stampa Associazione Culturale Carpino Folk Festival