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Con Francesco Arena a “passeggio” per Chicago

Chicago la citta' multietnica, la citta' della diversita', dove basta quasi girare l'angolo, puoi trovare ristoranti di tutto il mondo. A casa come tutti gli italiani cerco di mangiare italiano, invece quando esco cerco qualche ristorante messicano, cinese o spagnolo.

Ogni tanto incontro delle piccole pasticcerie o delle tavole calde che sono da favola. C'e' un posto, una tavola calda, con tanti tavolini fuori all'aperto e con l'arrivo della primavera, diventa bello sedersi, gustare le sue prelibatezze: pasta, pizza, pane, pollo, rapini, insalata, gelato, tutti prodotti fatti in casa. Questo posto si chiama:Fredy, non fatevi ingannare dal nome, i proprietari sono italiani del sud. Una trentina di anni fa hanno comprato il locale per  3.000 dollari. Adesso vale una banca. Per ore arrivano i clienti assalgono il posto e portano tanti dollari. Appesi, in bella vista ci sono le soppressate, prosciutti, salami. Il posto si trova in un paese che si chiama: Cicero. Negli anni 20 era il quartiere generale di Al Capone. Era un quartiere italiano, in parte lo è ancora, ma l'emigrazione latina specialmente dal Messico e' cosi forte, che in poco tempo i paesi cambiano volti e lingue. Se prima dopo l'inglese era l'italiano la seconda lingua parlata nel quartiere, adesso la prima lingua e' lo Spagnolo. Lasciato Cicero, ci si può dirigere verso il nord di Chicago. Dove s’incontra un tipico ristorante italiano che fa pesce. Uno dei pochi ristoranti che fanno pesce a Chicago. Il pesce a Chicago arriva dall'east coast o dalla Grecia. I ristoranti del pesce, sono gestiti dai figli di Don Alfonso da Napoli. Un uomo alto, che negli anni verdi era un pugile a Napoli,appartiene alla vecchia societa' dei quartieri napoletani. Si trasfrì a Chicago, con moglie e figli, credo ne siano 8 o 9. Quando vado a trovarlo,vuole giocare sempre a scopa e a briscola. Sono partite entusiasmanti, non c''e nulla in palio, ma soltanto la voglia di giocare, ogni tanto si urla, le carte cadono pesanti sul tavolo.E' difficile trovare nella societa' americana, uno come Don Alfonso, a 77 anni, vispo ,allegro, intelligente, vive con tanta passione. Chicago con l'arrivo dell'estate si trasforma. La gente vive fuori, cerca di dimenticare il freddo polare dell'inverno con la colonnina che scende -20.

Le barche a vela si radunano all'entrata del fiume, per andare il verso il lago. Nel periodo estivo, grosso è il concentramento di barche. Caratteristica della città che si ferma quando i vari ponti che collegano la citta' di Chicago si alzano per far passare le barche.

Da giorni ho notato una squadra di ragazzi che va in giro con un nuovo tipo di pattini. Pattini al trampolino, possiamo chiamarli. I poliziotti, invece vanno in giro in bici, altri vanno su una piccola biga a motore, pattugliano le zone dove ci sono piu' turisti. Anche i turisti affittano queste bighe, con l'elmetto scoprono la citta' alta dei grattaciali. Anche a Chicago gli sposi cercano un posto caratteristico per memorizzare il loro amore, il giorno di passione, il giorno del si, il gioco dell'amore, cercando di memorizzare e conservare negli album fotografici, ore di felicita'.

In un circolo italiano s'insegna italiano, ogni tanto si parla di qualche regione d'italia. Venerdi scorso una professoressa di Roma ha parlato di Roma e del Lazio. C'erano una 40 di presenti, alla fine assaggi del cibo e dei vini del Lazio. In questi giorni a Chicago si e' tenuto un grande show sui ristoranti. Migliaia di espositori provenienti dagli Usa. C'era di tutto. Migliaia di visitatori  hanno preso d'assalto la fiera. La Cina e' sempre presente con i suoi prodotti. La Cina copia l'occidente e vende l'occidente.

Una serata in un posto della vecchia emigrazione, l'apertura di un museo italiano, il ritrovamento di libri e statue.Gli italiani non dimenticano la loro patria e la lingua. Cercano di conservare le radici da dove provengono. Un piccolo cinema, proietta un documentario su Nicola Sacco di Torremaggiore (Foggia) e Bartolomeo Vanzetti (Piemonte), due italiani condannati innocenti alla sedia elettrica. Quando gli Italiani erano discriminati e vivevano sotto il ricatto della paura.