Riceviamo e pubblichiamo
In merito all'articolo firmato dal giornalista Michele Mascia, vorrei esprimere una mia opinione.Come si possono coordinare tutte le nostre societa' calcistiche, se la societa' Atletico Vieste che gestisce il campo sportivo,
oltretutto dietro compenso comunale non mette a disposizione il campo in modo equo per le varie societa'. Il campo sportivo, caro Michele, e' un bene di uso comune, come lo sono i giardini comunali, le palestre, i bellissimi lungomare che la nostra cittadina ha. Negli anni a Vieste sono nate altre realta' calcistiche e bisogna tenerne conto, non ostacolare la loro crescita. Caro Michele, io da qualche tempo collaboro con l'Arca Vieste, con i nostri regazzi abbiamo girovagato per i vari campeggi e residence per poter svolgere attivita' sportiva, in quanto abbiamo usufruito del campo, solo per quattro ore settimanali, mentre ad altra societa' che fa scuola calcio e' stato garantito un presenza maggiore nell'uso del campo. Comunque attraverso questa radio vorrei ringraziare il sig. Cimaglia proprietario del Green Park e la proprieta' della Giara per averci permesso di usare le loro strutture. Caro Michele, ci hanno accusato di aver fatto tardare i lavori del campo sportivo per aver organizzato il secondo torneo giovanile del Gargano, quando il Signor Sindaco ci ha chiesto di giocarlo a Vieste. Mio figlio che milita nell'Arca Vieste, mi ha chiesto tante volte, perche' papa' noi non giochiamo al campo. Gli ho risposto alla Benigni come nel film la vita e' bella. Con queste basi come si puo' cooperare per un fine comune. Infine, nello statuto delle scuole calcio, c'e' scritto che un bambino ha il diritto di non sentirsi un campione. Queste sono le basi della nostra scuola calcio e pazienza se tra noi non uscira' un campione, ma tanti piccoli calciatori, tanto se uno nasce per giocare a calcio e' perche' lo vuole il signore e la natura. Questo caro Michele e' il pensiero di un cittadino e padre di un bambino che vuole sentirsi uguale ad altri bambini del suo stesso paese.
Saluti affezionati Giovanni Sicuro