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TRABUCCHI, FRA SICUREZZA ED OPERATIVITA’

Intervista a Massimo Simoncelli, Comandante del Circomare di Vieste

Dopo l'inaugurazione del restaurato trabucco di Punta Santa Croce l'attenzione di un po' tutti è incentrata sul tema della sicurezza per questi "giganti di legno".

Il fatto che in questi anni già due esemplari (quello della Ripa e di Punta della Testa) siano andati distrutti non può non destare allarme anche a fronte degli sforzi, sia economici ma soprattutto personale di coloro che hanno duramente lavorato per ripristinarli.

Su questi temi e sulla tipologia di attività che i trabucchi possono svolgere. abbiamo sentito il parere di Massimo Simoncelli, Comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste.

Per prima cosa, ci sono stati degli sviluppi riguardo al diverbio avuto da Enzo Spalatro con un pescatore nei giorni precedenti l'inaugurazione del trabucco di Punta Santa Croce, proprio in merito all'attività in svolgimento?

«Posso confermare che quella vicenda si è conclusa in quanto riconducibile solo ad uno screzio come i tanti che avvengono durante la vita quotidiana, anche dovuto al fatto che il trabucco era in una situazione di non operatività da lunga data per cui rappresentava quasi una novità il fatto che tornasse operativo».

Dopo la ricostruzione ora si pensa alla sicurezza trabucchi, visti anche i due casi di siti andati distrutti. E’ vostra competenza occuparvi della loro sicurezza?

«Innanzitutto devo dire che sono rammaricato per quegli episodi che sono riconducibili ad atti di vandalismo. Noi come Capitaneria di Porto e Guardia Costiera non abbiamo come compito quello di vigilare sulla tutela di questi trabucchi. La questione è riconducibile ad una vigilanza di carattere privato del proprietario o dell’Associazione che li gestisce. In ogni caso noi siamo presenti e vigili sul territorio per cui sarà nostra cura segnalare qualsiasi azione vandalica nei confronti di queste bellezze storiche di questa parte del Gargano».

Quale pesca possono svolgere i trabucchi e con che tipo di rete?

«Il trabucco può svolgere una pesca di tipo dimostrativo, cioè non una pesca professionale svolta quotidianamente per il sostentamento come reddito per le famiglie. Una pesca a titolo dimostrativo che è importantissima anche per l’immagine turistica che si dà nella zona dove questi operano. La rete che può utilizzare è quella tradizionale a forma quadrata del trabucco quindi non reti che si calano del tipo a sbarramento».

Per effettuare questa pesca dimostrativa è necessario farvi pervenire una comunicazione preventiva?

«Sì, è opportuno. E’ sufficiente una semplice comunicazione in Capitaneria di Porto. Anche perchè noi in seguito sulla base di questa, se il trabucco si trova in una posizione interessata dal traffico marittimo, facciamo anche un avviso ai naviganti per rendere noto a tutti che il trabucco sta operando con degli attrezzi da pesca a mare, per la sicurezza dei dipartisti e di tutti gli utenti del mare».

Questa pesca dimostrativa è ristretta solo al trabucco di Punta Santa Croce, tutti gli altri possono effettuare liberamente la pesca?

«Tutti gli altri possono fare sempre la pesca dimostrativa però in particolare questo di Punta Santa Croce è importante che ci faccia le comunicazioni quando inizia ad operare proprio perché si trova in una parte dell’avamporto di Vieste. Un tempo quando non c’era il braccio dell’isola di Santa Eufemia ed il molo di sopraflutto questa zona di Punta Santa Croce era completamente fuori dall’area portuale diversamente da oggi. Diviene perciò importante questo tipo di comunicazione ed il successivo avviso ai naviganti che noi andremo a fare per la pesca dimostrativa».

Per i trabucchi si pone anche la questione della sicurezza in mare per coloro che transitano nelle vicinanze. Sono già avvenuti fatti inerenti questo aspetto?

«Sì, posso confermare che è già successo qualche episodio, qualche settimana fa. In particolar modo quando i surfisti o chi pratica il kite surf troppo sotto costa, poi va a finire che non vede gli attrezzi da pesca del trabucco che sono sottili e restano impigliati per cui bisogna attivare delle operazioni di soccorso che sono anche abbastanza complesse perché si svolgono propri sotto costa».

A lei che vive il mare soprattutto dal punto di vista del controllo delle attività che vi si svolgono che impressioni le suscitano questi trabucchi?

«Innanzitutto le do la mia opinione, prima ancora che come Comandante del porto, da turista visto che io non sono di Vieste. A me piacciono molto perchè costituiscono un tratto caratteristico del Gargano… così grandi e belli io non li avevo visti altrove in Italia. E' anche positivo che questi trabucchi vengano rivalutati perchè creano turismo ed attenzione intorno ad un'attività estremamente antica che trae le sue origini da una tradizione ormai consolidata».