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Dal domani i primi sintomi della Carpino Folk Festival mania sul Gargano

Da circa dodici anni almeno una parte dell’umanità è vittima di una terribile e contagiosissima malattia: la CFF.  traduco: Carpino Folk Festival mania. Una roba terribile, che colpisce sin da giovanissimi; pensate che si racconta di individui contagiati già alla tenera età di quattro anni.

La patologia ha effetti devastanti e si conclama dopo pochi secondi di esposizione al suono di una chitarra battente. I sintomi sono fra i più illogici che la moderna storia musicale ricordi. Parlo di ragazzini con magliette raffiguranti l’effige di un cantante ultranovantenne che passano nottate accampati in attesa di un concerto di musica popolare. Parlo di gente di tutte le età e credi politici che affolla il festival della musica popolare e delle sue contaminazioni con aria invasata. Parlo di padri di famiglia che quando sentono un pezzo di Andrea Sacco abbandonano la guida rilassata da impiegati per lanciarsi in pericolose gincane urlando “di preta prizijosë e ori fine” mentre i figli stupiti osservano queste trasfigurazioni condendole di improperi. Potrei farvi mille altri esempi per spiegarvi la CFF ma non è questo il punto. Il punto è che ne siamo tutti afflitti. Tutti vittime di questa nuova malattia sin da quando Alan Lomax scopri The Carpino Style, il 20 agosto 1954, insieme ad un giovanissimo Diego Carpitella. Per più di quaranta anni ha covato sotto le ceneri fin al 1996 quando si è manifestata in tutta la sua gravità. Chi vi scrive venne contagiato, prima, nel 1993, avevo solo ventuno anni. Colpa di un ristretto gruppo di amici che per allungare il concerto di un rinomato gruppo di musica etnica decisero di farlo aprire dagli anziani cantori del paese. La CFF, non ancora conclamatasi, mi colpì all’istante e da allora non mi ha mai abbandonato. Eh sì perché il problema è che dal folk non si guarisce: impossibile. Come si spiegherebbero i vari gruppi di riproposta, senza denari, senza fama e ai più sconosciuti, se esistesse anche una piccola speranza di guarigione? Temo che anche voi che state leggendo siate già più che contagiati. Recenti studi, però, hanno mescolato un po’ le carte, mettendo in risalto come, forse, la CFF possa portare anche dei benefici. Diverse sperimentazioni sul campo hanno messo in evidenza che la gente di diverso colore, razza, credo religioso e politico ai concerti non si fa la guerra ma balla e ascolta la musica con un sentimento di fratellanza. Partecipa, si emoziona, si abbraccia. Per quanto i politici si siano subito affrettati a smentire, la scoperta sembra assolutamente fondata. Non so se sia vero, quello che so è che con un buon canto di musica popolare che esce dallo stereo a me viene voglia di ballare, muovermi, saltare e fare del buon sesso. Non certo di litigare con qualcuno. E so che anche per altri contagiati è così. E allora mi sorge un dubbio: e se fossero gli altri i malati? Parlo di quelli che non si emozionano mai, che non si lasciano andare, che parlano con numeri e tabelline sempre in bocca e non perdono occasione per puntare il dito contro chi è diverso da loro. Tutto questo per dire che forse la musica popolare non salva la vita ma di sicuro aiuta a vivere meglio. Venite pure nella Terra della Chitarra Battente, oramai ci siamo i primi sintomi del 2007 dal 3 agosto. La manifestazione si apre con l'arrivo dei partecipanti ai corsi di Ballo Popolare, di Chitarra Battente e di Tamburello, quindi con la partenza delle escursioni per conoscere le bellezze naturalistiche del Gargano e in serata le presentazioni editoriali a cura di Kurumuny edizioni – Calimera (Le) “Scoprire l’Italia. Inchieste e documentari degli anni ’50” di Mirko Grasso – filmati di Lino Del Fra (Fata Morgana) e di Gian Franco Mingozzi (Li mali mistieri). Subito dopo la caduta del fascismo, l’Italia è tutta da scoprire e da raccontare. Se ne incarica il cinema, soprattutto, con opere egregie, e il Neorealismo riesce a dare, con storie di reduci, contadini, donne, operai, un quadro delle reali condizioni dell’Italia e delle fasce popolari più misere. “Alan Lomax in Salento”, AA. VV; Libro fotografico. In attesa delle pubblicazioni riguardanti Carpino e il Gargano, 22/23 Agosto 1954, viene presentato il Salento crudo come visto da Alan Lomax che insieme a Diego Carpitella dal 12 al 17 agosto 1954 documentarono in oltre 170 registrazioni sonore e oltre 70 fotografie in bianco e nero, quasi tutte riprodotte in questo volume. Arrivato alla dodicesima edizione, il festival della musica popolare e delle sue contaminazione è promosso ed organizzato dall'Associazione Culturale Carpino Folk Festival con la Regione Puglia, la Provincia di Foggia, il Comune di Carpino, la Comunità Montana del Gargano, il Parco Nazionale del Gargano e in collaborazione con il GalGargano e l'Azienda di Promozione Turistica di Foggia.
Sponsor ufficiale della manifestazione Birra Peroni.
MediaPartner : OndaRadio – La radio che serve al Gargano

Tutti gli spettacoli del Carpino Folk Festival sono rigorosamente gratuiti

Per dettagli e maggiori informazioni www.carpinofolkfestival.com