Protestano il sindaco Michelangelo Lombardi e la conferenza dei capi-gruppo del Consiglio Comunale di San Marco in Lamis per gli incendi boschivi dei giorni scorsi, che hanno distrutto circa 400 ettari di territorio arboreo.
Lo rende noto lo stesso primo cittadino, che punta il dito contro la Regione Puglia, la Provincia di Foggia, il Parco Nazionale del Gargano, la Comunità Montana del Gargano e gli altri Enti sovraterritoriali per la loro presunta poca attenzione nei confronti dell'emergenza fuoco e del territorio del Gargano. Di seguito l'ordine del giorno approvato ieri sera al termine di una seduta monotematica della suddetta conferenza dei capi-gruppo.
Conferenza dei Capigruppo 24/08/2007
Emergenza incendi boschivi
Il giorno 24 agosto 2007, alle ore 18,00 nella sala-giunta, si è riunita la Conferenza dei capigruppo consiliari di San Marco in Lamis per discutere dell’emergenza incendi boschivi.
Hanno illustrato la situazione il sindaco ed il consigliere Augello Michele, che, insieme all’assessore Nardella Paolo, hanno seguito direttamente e costantemente le operazioni di spegnimento.
Dalla riunione è emerso quanto segue:
· i danni provocati sono rilevanti sia per il patrimonio pubblico che per aziende ed operatori agricoli e zootecnici privati e dovranno essere puntualmente quantificati dagli organi tecnici sia per gli adempimenti riguardanti il catasto delle aree percorse dal fuoco che per eventuali risarcimenti ed incentivi di ripristino;
· i danni potevano essere catastrofici per il patrimonio boschivo pubblico se il fuoco non fosse stato circoscritto, grazie anche e soprattutto all’intervento di aerei della Protezione Civile, nell’area immediatamente confinante con la Difesa San Matteo;
· nel corso delle operazioni di spegnimento, pur tra lodevoli esempi di impegno ed abnegazione (alcuni volontari hanno persino riportato scottature e distorsioni articolari), si sono registrate comunque criticità e sono emersi elementi strutturali che sicuramente hanno contribuito al diffondersi degli incendi ed hanno costituito un ostacolo per il loro spegnimento;
· tali criticità e tali elementi possono essere così riassunti:
o carenza di coordinamento delle varie forze in campo: volontari ed unità comunali, personale regionale, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Protezione Civile; pur essendo impegnato un numero consistente di persone, spesso l’efficacia è stata limitata da questa carenza di coordinamento e da disponibilità limitate, non sempre giustificate, in ordine all’orario di servizio ed al campo e tipo di intervento delle diverse forze impegnate;
o carenza di attrezzature per la comunicazione: la zona non è ben servita dalla telefonia mobile e la mancanza di dispositivi radio ha spesso impedito azioni più incisive, aumentando anche il grado di rischio per il personale impegnato;
o anche le dotazioni individuali (dal vestiario ad altro equipaggiamento) non sempre è stato adeguato;
o anche la mancanza di strade ha contribuito non poco alle difficoltà delle operazioni, unitamente alla totale assenza di manutenzione del sottobosco e del bosco (frascame abbandonato a seguito di tagli abusivi, materiale vario abbandonato in discariche abusive, recinzioni di filo spinato incontrollate ed arbitrarie, deviazioni e chiusure di percorsi, ecc.);
· quanto esposto nel punto precedente evidenzia anche una scarsa attenzione ed una sottovalutazione del patrimonio boschivo da parte di enti e d istituzioni (Regione, Ente Parco, Comunità Montana, Consorzio di Bonifica, Provincia, Comuni) oltre che da parte della popolazione e degli operatori che vi insistono.
Alla luce di quanto sopra, la Conferenza dei Capigruppo denuncia ed evidenzia quanto segue:
Gli enti territoriali (Regione, Ente Parco, Comunità Montana, Consorzio di Bonifica, Provincia, Comuni), ma anche gli quelli statali (ministero delle Politiche Agricole, Ministero dell’Ambiente), non sempre dimostrano interesse adeguato per un patrimonio della cui rilevanza, anche regionale e nazionale, si è ignari: nel solo Comune di San Marco vi sono oltre 1.000 ettari di zone boscate di notevole pregio ambientale (biodiversità) e paesaggistico (oltre a migliaia di altri ettari di pascolo, radure, zone di ceduo e macchia).
Sicuramente, in tutta la Regione Puglia, non è consueto incontrare territori comunali con una così alta percentuale di boschi.
Per diversi anni non sono stati finanziati programmi di forestazione e rimboschimento e, men che meno, di manutenzione e coltivazione dei boschi.
Gli enti preposti alla tutela ambientale spesso disperdono le poche risorse in mille rivoli di interventi non sempre finalizzati a tale tutela e prevenzione.
Gli organici di corpi come i Vigili del Fuoco e Forestale sono sottodimensionati: a San Marco in Lamis il Comune ha messo a disposizione un fabbricato per la Caserma del Corpo Forestale dello Stato, che doveva ospitare una ventina di operatori per servire un vasto territorio sovracomunale, ma i forestali presenti sono appena quattro o cinque.
Il principio di sussidiarietà viene disatteso e spesso si utilizzano le tematiche relative agli incendi come pretesto per pratiche clientelari che si trasformano in causa che scatena e stimola azioni delittuose.
La Conferenza dei Capigruppo, pertanto, dà mandato al Sindaco ed alla Giunta per stabilire momenti, continui ed assidui, di coordinamento con altri comuni garganici per richiedere un tavolo di confronto con gli altri Enti territoriali e Statali, in primo luogo la Regione, al fine di definire una strategia adeguata a fronteggiare gli incendi boschivi soprattutto per l’avvenire, attraverso la predisposizione di risorse e strutture per la prevenzione (mezzi di trasporto e di pronto intervento, sistemi di avvistamento e di comunicazione, cisterne, riserve d’acqua, manutenzione del sottobosco, strade e barriere antincendio, ecc.), oltre che per fronteggiare le emergenze.
In particolare, la Conferenza dei Capigruppo, in questo momento, ritiene indispensabile il potenziamento dell’organico del Corpo Forestale dello Stato presente sul territorio di San Marco e dei Comuni limitrofi ed a tal fine impegna il Sindaco ad intraprendere ogni utile iniziativa, compresa la mobilitazione della popolazione e della pubblica opinione regionale e nazionale, considerato che il mantenimento di poche unità si rivela quasi una beffa, dal momento che è stato dimostrato proprio dalle vicende di questi giorni che tale esigua presenza è del tutto insufficiente e si traduce semplicemente in interventi, se non di pura di facciata, sicuramente non del tutto efficaci, nonostante il senso del dovere e di abnegazione da parte dei pochi forestali presenti, sottoposti a ritmi intensi di lavoro.