Il nuovo “pallino” dell’assessore all’Ambiente di San Marco in Lamis, Andrea Mastromauro, sembra essere quello di avvelenare cittadini e turisti del Gargano.
Da giorni ormai in Comune si susseguono riunioni di maggioranza sul progetto di cosiddetto “Polo tecnologico”, proposto da un’azienda campana, che altro non è se non una discarica per rifiuti speciali (amianto, olii, vernici, ed altro) con annessa discarica ordinaria, da realizzare in località Montegranato. Un progetto che al momento pare circoli solo tra gli esponenti della maggioranza. Una idea dissennata e già bloccata anni fa quando la precedente Amministrazione di centrosinistra ci aveva riprovato. Dietro la scusa che il Comune così potrebbe saldare i propri debiti, cioè quelli accumulati dalle precedenti Giunte in cui erano presenti il Sindaco Lombardi e altri esponenti dell’attuale maggioranza, non vorremmo si nascondesse qualche interesse diverso da quello della nostra comunità.
Già in Consiglio Comunale sono state approvate delibere su eolico e fotovoltaico, facendo votare i consiglieri solo sui numeri e non su nomi e cognomi dei proprietari dei terreni, e siamo ancora in attesa di capire se per caso tra quei proprietari non ci fosse qualcuno che ha votato. Ma contro la discarica ci opporremo con ogni mezzo, perché oltre ad essere inutile e dannosa, è pericolosa.
Quella zona è sede delle più fiorenti e importanti aziende agricole del territorio, che sarebbero inevitabilmente compromesse, ma soprattutto, la cava in cui si vorrebbero mettere i rifiuti speciali è di fatto un impluvio naturale: in caso di alluvione l’acqua spazzerebbe via tutto, portando la discarica direttamente sulla Strada provinciale 26 e nel fiume Candelaro. Peraltro lì c’è anche un terreno fortemente poroso e un impianto di sollevamento dell’Acquedotto Pugliese, quindi la discarica andrebbe ad inquinare il sottosuolo, se non l’acqua.
Impediremo a questa Amministrazione di avvelenare i cittadini, distruggere le aziende agricole e mettere a rischio una intera comunità. Lì la discarica non si deve fare.