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«Dobbiamo occuparci di piu’ di “teste ben fatte” che di “teste ben piene”»

Intervista a Paolo Soldano, neo dirigente del Circolo didattico viestano.

 

Qual è stato il primo impatto con la struttura scolastica di cui è divenuto dirigente?

«Abbastanza forte, considerando che sono al primo incarico dirigenziale e che ho a che fare con una struttura che ha 34 classi della Primaria. 17 sezioni dell'Infanzia per un numero complessivo di circa 1.300 alunni, con 107 docenti. Pian piano sto cercando di capire tutte le problematiche connesse alla gestione della didattica che è qui anche molto delicata. Venendo da esperienze alla Media ed alle Superiori, mi sono trovato a destrutturare un modo di vedere le cose dal punto di vista organizzativo».

Per l'avvio dell'ano scolastico con quali problemi si è dovuto confrontare, in particolare per l'aspetto infrastrutturale dei plessi?

«Questo è stato un problema che mi aveva assillato all'inizio. Avevo un'idea delle strutture, non conoscendole in dettaglio, piuttosto negative, proprio della qualità dei servizi nei plessi. In realtà, dopo aver fatto un'indagine molto approfondita, mi sono reso conto, e mi riferisco in particolare al "Tommaseo, che è perfettamente idoneo per le attività non solo didattiche ma anche extracurriculari, come anche gli altri plessi. E' chiaro che i problemi ci sono, grazie anche all'Amministrazione comunale, in particolare all'Ufficio tecnico abbiamo potuto affrontare mote situazioni che, per la verità, in questi anni non sono stati risolti. Mi riferisco ad alcune questioni, anche se è quello di più recente costruzione, del plesso "Delli Santi" dove ci sono infiltrazioni e ristagni d'acqua che non consentono addirittura un agevole accesso al plesso… Così anche situazioni di messa in sicurezza al "Manzoni ed al "Giolitti", plessi che restano però assolutamente idonei e che, con l'Amministrazione comunale, faremo di tutto per portarli nelle migliori condizioni. In ogni caso l'avvio dell'attività scolastica è tranquillo e sereno».

Quali obiettivi si è posto nell'intraprendere questa nuova esperienza, ovviamente in collaborazione con docenti, personale tecnico, amministrativo?

«Intanto mi sono reso conto che bisogna riformulare il POF, il Piano dell'Offerta Formativa della scuola. Ho bisogno ancora di capire la consistenza del gruppo docente che mi pare di ottima qualità. Mi interessa conoscere le esigenze delle famiglie, capire anche le condizioni didattiche delle varie classi. Capire un po' quello che è il mondo in cui si opera. Sulla base della ricognizione di questi dati noi dobbiamo predisporre una nuova offerta formativa e vedere di collegarsi con tutte quelle offerte che sul territorio il mondo esterno alla scuola, Enti locali, associazioni, così da poter creare un'interazione che può solo far crescere la scuola stessa. Stiamo anche iniziando a lavorare sulle nuove indicazioni che arrivano dal Ministero che ci consentiranno anche di guardare il percorso disciplinare e didattico in maniera diversa. Il Ministero ha predisposto indicazioni che si uniformano ad una pedagogia che si preoccupa più di "teste ben fatte" che di "teste ben piene". Si sta cercando di privilegiare le materie scientifiche potenziando altresì quelle legate all'area umanistico-letteraria. Spesso i ragazzi hanno difficoltà non solo nell'espressione orale ma anche e soprattutto in quella scritta. Noi un po' alla volta ci sposteremo nell'approfondire soprattutto queste due aree anche sulla scorta delle nuove indicazioni che ci arrivano dal Ministero. Pian piano modificheremo il tutto rispetto a questo nuovo modo di formare gli alunni, in una fascia di età molto delicata».

Secondo quali criteri vuole impostare il rapporto di collaborazione con le famiglie?

«Devo dire che questo è stato un altro problema… ed anche una novità… In questi pochi giorni dall'insediamento ho dovuto affrontare grosse difficoltà nella costituzione delle classi prime. Ho notato che la gran parte delle famiglie era più preoccupata di tenere i figli vicino casa ceh di sapere che cosa la scuola proponeva sul piano dell'offerta. Questo, debbo dire la verità, mi ha un po' sorpreso. Vorrei creare con le famiglie un rapporto costante di dialogo, in modo che si possano creare insieme le condizioni di far sviluppare anche le tematiche didattiche unitamente ai docenti, di non lasciare cioè solo a questi ultimi l'onere di creare le opportunità di sviluppo. Mi auguro che, dove le famiglie sono rappresentate, negli organi collegiali, con i consigli di circolo, i consigli di classe, la loro presenza possa essere sempre garantita. La presenza della famiglia nella scuola, soprattutto in questa fascia di età, è fondamentale. La famiglia è un pilastro insostituibile, però deve esserci una disponibilità propositiva, non per difendere certe volte solo questioni di natura molto personale. Questo, mi auguro davvero, possa essere l'impostazione innovativa che possiamo dare insieme, nuova dirigenza e famiglie, alla scuola».