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Tar di Puglia dà ragione agli studenti universitari “onesti”

Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso degli studenti contro il decreto del rettore dell’Università di Bari, col quale erano state annullate le selezioni per l’accesso ai corsi a numero chiuso di Medicina e Odontoiatria del 4 e 5 settembre

 

Solo gli studenti indagati hanno avuto la possibilità di contatti con l’esterno, e si tratta appena del 2% del totale di coloro che hanno partecipato alle selezioni; inoltre i pacchi contenenti le prove sono risultati integri, così come indicato dalla commissione di vigilanza preposta alle prove. Di conseguenza “l'annullamento delle selezioni” oggetto di indagini penali “contrasta visibilmente con l’interesse pubblico all’ammissione ai corsi universitari dei candidati più capaci e meritevoli”.
Lo hanno scritto i giudici della terza sezione del Tar di Bari, accogliendo il ricorso presentato da circa 200 studenti “onesti” dell’ateneo barese che il 4 e 5 settembre scorsi avevano partecipato alle selezioni per l’ammissione per l’anno accademico 2007-2008 ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi dentaria. Selezioni che erano state annullate dall’Università di Bari con decreto del rettore, Corrado Petrocelli, il 19 settembre, rafforzato da un decreto del ministero dell’Università e della Ricerca del 2 ottobre.
“Il fatto accertato – scrivono i giudici – che alcuni candidati con sofisticate strumentazioni avessero la possibilità, tramite telefono cellulare, di comunicare con l'esterno e conoscere le risposte ai quiz, non può far ritenere che questi stessi, a loro volta, divulgassero all’interno dell’aula le informazioni in loro possesso”. Al contrario “è verosimile che abbiano mantenuto uno stretto riserbo al riguardo onde evitare di essere scoperti”.
Che le prove, aggiungono i giudici, si siano svolte “secondo normativa” e che “nessun incidente ne ha turbato il regolare svolgimento” lo confermano i verbali della commissione di vigilanza. Gli studenti indagati, che avrebbero avuto contatti con l’esterno, sarebbero 40, scrivono i giudici, poca cosa rispetto al totale di 2.569 partecipanti (1821 alle selezioni di Medicina e 748 a quelle di Odontoiatria). Peraltro, “non risulta una diffusa comunicazione all’interno delle diverse aule d’esame”, anche perchè questa “era oggettivamente resa difficile dalla divisione dei candidati in 20 aule per la prova di Medicina e in 11 aule per quella di Odontoiatria”.
Per questi motivi, secondo i giudici del Tar, “non può ritenersi che si sia in presenza di un vizio radicale che inficia l’intera fase procedimentale di espletamento delle prove scritte, o addirittura dell’intero procedimento”, come sostenuto invece dal rettore Petrocelli nel provvedimento con cui aveva annullato le prove.
L'annullamento, secondo i giudici, penalizzerebbe gli studenti “più capaci e meritevoli”, perchè “soggetti allo stato non indagati che superassero legittimamente le nuove selezioni non potrebbero essere esclusi, nel caso di ipotetica successiva contestazione di reati riferiti alle prove del 4 e 5 settembre, dalla frequentazione dei corsi universitari”. Al contrario “il mantenimento dei risultati delle prove scritte consente all’Università, anche in tempi successivi, di intervenire efficacemente, escludendo eventuali ulteriori indagati e ammettendone altri mediante scorrimento della graduatoria”.
In definitiva, per il Tar, le prove di selezione restano valide. All’Università spetta l’obbligo, ovviamente, di adottare “i provvedimenti di esclusione con riguardo ai candidati indagati già identificati e/o da identificarsi dalla Procura della Repubblica”.
Gli onesti esultano, chi ha barato è definitivamente fuori.
Paolo Melchiorre