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Pane e pasta alle stelle, meno sulle tavole degli italiani

«Non vorremmo che le aziende che utilizzano il grano copiassero le caratteristiche con cui operano nel mercato le imprese petrolifere» o peggio che «panettieri e pastai facessero come i benzinai» dicono Adoc Adusbef Codacons e Federconsumatori

 Continuano a salire i prezzi degli alimentari con pasta e pane in preoccupante accelerazione. I dati definitivi sull'inflazione di ottobre diffusi dall’Istat hanno confermato le preoccupazioni: il pane (+10,3% tendenziale) corre più di benzina verde (+6,8%) e gasolio (+7,2%) mentre la pasta accelera a +6,4% rispetto al +4,5% di settembre. Ma se il petrolio continua a stare sui massimi (venerdì scorso ha sfiorato i 100 euro al barile), il grano, dopo un’estate e un autunno caldi, negli ultimi 31 giorni è sceso del 25% sul massimo storico di 249,60 euro a tonnellata, toccando sempre venerdì scorso i 187 euro sul mercato di Chicago. La differenza non è sfuggita soprattutto ai consumatori che ora chiedono una riduzione dei prezzi di pane e pasta.
«Non vorremmo che le aziende che utilizzano il grano copiassero le caratteristiche con cui operano nel mercato le imprese petrolifere» o peggio che «panettieri e pastai facessero come i benzinai» dicono Adoc Adusbef Codacons e Federconsumatori che «pretendono» riduzioni conseguenti sui prezzi al consumo. Il quadro poco allegro per le famiglie italiane è completato dalla conferma che stanno calando i consumi di alimentari (-1,5-2% sottolinea la Cia) e si aggravano proprio per pane e pasta (rispettivamente -6,2% e -5,6%). «Un contenimento dei listini – afferma Coldiretti – potrebbe rilanciare i consumi»
Con pane e pasta corrono più dell’inflazione anche latte (+5,3%), pollame (+7,3%) e frutta (+5,4%). Voce più calda degli aumenti del paniere Istat, il comparto alimentare ha un effetto socialmente sensibile sottolineato dallo stesso Istituto di statistica: l’inflazione a ottobre è stata superiore per le famiglie di operai e impiegati (2,2% invece di 2,1%).