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Referndum elezioni: in Puglia 700 gazebo di Forza Italia

"Chiediamo ai cittadini pugliesi di firmare per mandare a casa un Governo che ormai non ha più maggioranza. E' appeso al filo dei voti di qualche senatore a vita ma continua ad imporre agli italiani tasse, sacrifici, risse e vessazioni".Il coordinatore regionale di Forza Italia, Raffaele Fitto, ha illustrato ieri in una conferenza stampa lo sforzo di Forza Italia della Puglia in vista della mobilitazione nazionale indetta dal Silvio Berlusconi per oggi, domani e domenica in migliaia di piazze italiane. Con lui in conferenza stampa, il vicecoordinatore regionale di Fi della Puglia, Massimo Cassano; il capogruppo di Fi alla Regione, Rocco Palese; il coordinatore provinciale di Fi di Bari, Antonio Distaso e quello cittadino, Simeone di Cagno Abbrescia. "Saremo presenti in tutti i 236 Comuni della Puglia – ha detto Fitto – con oltre 700 gazebo, per raccogliere le 380mila firme che il Presidente Berlusconi ha assegnato alla Puglia come obiettivo. Avremo 174 gazebo tra Bari e provincia; 46 gazebo nella provincia di Barletta, Andria, Trani; 70 gazebo nella provincia di Brindisi; 107 nella provincia di Foggia; 157 nella provincia di Lecce; 84 nella provincia di Taranto. A questi si affiancheranno una sessantina di gazebo dei giovani di Forza Italia della Puglia". In questo fine settimana quindi Forza Italia sarà in piazza anche in tutti i Comuni della Puglia chiedendo ai cittadini di firmare e di lasciare un contributo simbolico di minimo 1 euro al partito. "Invitiamo quindi anche tutti i cittadini pugliesi – ha concluso Fitto – a firmare presso i nostri gazebo per far comprendere a questa sinistra che la maggioranza degli italiani e dei pugliesi vuole riappropriarsi del diritto di scegliere da chi essere governata. Questo Governo non rappresenta ormai più neanche se stesso. Oggi chiedono a noi sostegno per un Governo istituzionale, ma il tempo per il Governo istituzionale è già scaduto l'anno scorso, quando dopo il voto la sinistra non ha voluto prendere atto che il Paese era spaccato a metà. Oggi non c'è una maggioranza che possa andare avanti. Che il Governo cada oggi, domani o tra una settimana non conta. Il problema resta: non c'è una maggioranza politica rappresentativa del consenso degli italiani".