Grido d'allarme dei sindacati e dei lavoratori del GarganoC'è fibrillazione tra il personale dell'acquedotto pugliese. Questo avviene a seguito dei provvedimenti che la dirigenza dell'ente sta per adottare, allo scopo di ottenere una riorganizzazione del settore. Si tratta di provvedimenti che, in assenza di ripensamenti o rinvii, entreranno in vigore a partire dal 26 novembre. II nuovo piano prevede la soppressione di tutte le fontanerie esistenti sul territorio provinciale, che verrebbero ridotte a sette, concentrate in altrettanti Comuni. Per quanto riguarda il Gargano nord, a quanto se ne sa, ci sarebbe una vera e propria rivoluzione. Vieste sarebbe "Ufficio di zona", verrebbe cioè a svolgere le stesse funzioni amministrative che, attualmente, sono di competenza di San Severo e a cui fanno riferimento sia i Comuni garganici che quelli dell'Alto Tavoliere. La sede operativa diventerebbe Vico del Gargano, dove confluirebbe tutto il personale in servizio nelle fontanerie comunali che, giornalmente, dovrebbe recarsi nella nuova sede di servizio. I sindacati però non ci stanno e minacciano ferro e fuoco se non ci sarà, da parte della dirigenza dell'ente acquedotto, una vera e propria marcia indietro. E' stato calcolato che, in questo modo, moltissimi lavoratori sarebbero costretti a percorrere, giornalmente (tra andata e ritorno dal Comune di residenza) oltre ottanta chilometri. I costi sarebbero a carico dei lavoratori ai quali l'azienda sarebbe disponibile a riconoscere una indennità giornaliera pari al costo del biglietto del mezzo pubblico che collega la vecchia sede di lavoro con la nuova, questo anche quando gli orari di percorrenza del mezzo pubblico non sono compatibile con l'inizio o il termine delle prestazioni di lavoro. I sindacati di categoria ricordano che i disagi, oltre che per gli utenti, sarebbero anche per i cittadini i quali sarebbero costretti ad andare daun Comune all'altro, almeno per due/tre volte per il disbrigo di una pratica. Lo stesso piano, a parere dei sindacati, imporrebbe anche un un cambio di professionalità, anche per quei lavoratori con una significativa anzianità, senza che che sia prevista una fase formativa idonea. Per i lavoratori, l'organizzazione dell'orario di lavoro verrebbe distribuito in due fasce orario: la prima, dalle 7 alle 13,20; la seconda, dalle 13 alle 19,20. I rappresentanti dei lavoratori denunciano anche problemi di sicurezza, nel momento in cui l'intervento dovesse essere effettuato di notte e in condizioni climatiche difficili, in quanto ad operare sarebbe il solo dipendente reperibile. Dipendenti e sindacati (Cgil-Cisl-Uil) chiedono che la questione venga portata all'attenzione dell'azionista di maggioranza dell'Acquedotto pugliese, cioè, la Regione Puglia. Si punta, dunque, a trasferire l'intera vicenda, riguardante la riorganizzazione del servizio, dal "tavolo tecnico a quello politico". L'unica strada – di questo sono convinti i sindacati – che sarebbe percorribile per rivedere un Piano che "fa acqua da tutte le parti". Quanto spazio ci sia ancora perchè l'Azienda possa ritornare sulla sua decisione è verosimile che sia veramente ridotta al lumicino. Va ricordato che nei giorni scorsi manifestazioni di protesta ed infuocate riunioni di assemblee dei lavoratori, con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati autonomi, si sono svolte anche a San Severo (dove ci sarà il taglio più consistente all'operatività della sede staccata) e a Foggia. Insomma, c'è una preoccupazione di carattere generale efà tft-qMsto senso i sindacati di categoria e generali ed ovviamente i lavoratori chiedono agli enti locali di «aprire gli occhi». In questa direzione si attende un intervento dell'Amministrazione provinciale di Foggia, ma anche della delegazione dei consiglieri di Capitanata alla Regione Puglia.
Francesco Mastropaolo