Gli incendi dello scorso luglio a Peschici e Vieste sotto la lente di ingrandimento di esperti, tecnici e politici, per tracciare un percorso condiviso e fattibile al ime di evitare che possano ripetersi eventi così devastanti, come lo sono stati quelli del 24 luglio. Tema affrontato nel corso del convegno organizzato da tutti i Rotary club della Capitanata a Peschici.
Il saluto del sindaco, Francesco Tavaglione, e le sue doglianze per la tante promesse fatte (ma non mantenute), all'indomani delle drammatiche giornate di luglio, da politici e responsabili istituzionali.1 NUMERI – Ben 4500 gli ettari di aree boscate attraversate dal fuoco la scorsa estate sul Gargano, con effetti distruttivi che non si ricordavano da decenni; danni materiali che sarebbero stati stimati in circa in quattro miliardi di euro.Una cifra enorme, raffrontabile a una piccola finanziaria.
IL PRESENTE – La realtà, oggi, è ben altra, come ha ben sintetizzato ricordato il presidente dell'ente parco, Giandiego Gatta: non ci sono disponibilità finanziarie, neppure per mettere in sicurezza le aree più sensibili del territorio ricadente nell'area parco. Altri numeri li ha riferiti, introducendo i lavori, il presidente del Rotary "Gargano", Nicola Gentile. "Nei primi otto mesi di quest'anno – ha spiegato – i roghi sono aumentati del 70% raggiungendo la cifra record di 7.164 incendi contro i 4270 dell'anno scorso.
INCREMENTO – Si è avuto un incremento della superficie coinvolta del 250 per cento rispetto a12006. Sono andati in cenere 112.740 ettari di cui 53.689 di bosco, con danni inestimabili agli ecosistemi dei parchi nazionali del centro-sud tutti tragicamente coinvolti. Sono 679 gli incendi divampati nei territori di particolare valore ambientale con ben 19.000 ettari di natura protetta completamente distrutti.
ZONA PARCO – Tra i più colpiti il Parco del Gargano con 4,500 ettari, il Parco del Pollino che ne ha perso 3.265 e il Parco dell'Alta Murgia che ne ha visti sparire 2.778. Da non dimenticare le 16 vittime.
IL FUTURO – Gli scenari futuri – Il preside della Facoltà di agraria dell'Università di Foggia, Emanuele Tarantino,ricordando che la desertificazione è un dato che deve far riflettere, ha spiegato che tale fenomeno è aggravato, in percentuale significativa, a causa degli incendi boschivi. Gianluca Nardone, docente di economia ed estimo rurale presso la stessa Facoltà foggiana, ha parlato di un "sistema ecologico", di cui non può essere preso il esame il solo aspetto estestico del paesaggio, se si vuol fare una corretta valutazione economica dei danni. Attento conoscitore del Gargano, Nazario Palmieri, dirigente della Forestale, si è detto ottimista in quanto le pinete garganiche (insieme a quelle della Croazia), uniche per tipicità a livello mondiale, hanno capacità proprie di rigenerazione, sempre che, almeno per due anni consecutivi, non vengano percorse da altri incendi. Di prevenzione si è occupato Antonio Migliozzi dell'Università "Federico II" di Napoli, portando l'esperienza di quanto realizzato in Campania, precisamente nei parchi del Cilento e del Vesuvio dove sono attivi sistemi informatici e satellitari per monitorare, anche di notte, il territorio e, nello stesso tempo, c'è una banca dati, continuamente aggiornata.
Francesco Mastropaolo