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Sud & imprese Bilancio della “488”

 Il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani: «È una legge con luci ed ombre. Per il futuro, no ad erogazioni di denaro solo per creare consenso». Dal 1996 ad oggi sono stati incentivati 40.564 progetti, finanziati investimenti per 76,587 miliardi di euro con un tasso di revoca dei progetti approvati pari al 26%

Incentivati 40.564 progetti, finanziati investimenti per 76,587 miliardi di euro con un tasso di revoca dei progetti finanziati pari al 26%. Sono questi i dati risultanti dall’applicazione in Italia dal 1996 (anno del primo bando) ad oggi della legge 488/92, definita dal ministero dello Sviluppo Economico «il maggiore provvedimento di incentivazione delle imprese nelle aree in ritardo di sviluppo». Degli oltre 40.000 progetti incentivati, spiega il Ministero, il 68% si trova nel Mezzogiorno, mentre i finanziamenti sono stati coperti per il 29% dall’incentivo pubblico. Nei primi 35 bandi i progetti hanno «preventivato un’occupazione aggiuntiva di oltre 555.700 nuovi addetti (il 75% al Sud), con un costo medio per nuovo addetto per lo Stato pari a circa 40.000 euro».
Per quanto riguarda le revoche, «nei primi 14 bandi sono stati finanziati 34.229 progetti di cui ne sono stati revocati 8.837», con una quota pari a circa il 26% sul totale dei progetti e degli investimenti. Le revoche sono maggiori al Centro-Nord (27%) che non al Sud (25%). L’81% dei progetti revocati hanno avuto restituzione integrale dell’agevolazione. Il Ministero precisa però che «l'insieme delle revoche possibili, considerando quelle effettive, potenziali e in attesa, è stimato pari a circa 12.670 progetti, il 37% del totale». Un ammontare «non irrilevante», sottolinea il rapporto.
Si tratta quindi di una legge che presenta «luci e ombre», ha spiegato il ministro Pier Luigi Bersani, secondo il quale «dobbiamo cambiare fase. Servono meno intermediazioni e più automatismi», ad esempio quello relativo al credito d’imposta che premierebbe chi ha già effettuato investimenti. «Smettiamo di fare capannoni e comprare macchinari tanto per farlo», ha proseguito, perchè «sono sicuro che nel giro di uno o due anni avremo nettamente migliorato la nostra posizione rispetto all’Europa per quanto riguarda le spese in ricerca e sviluppo».
Bersani ha quindi recitato il suo slogan, secondo il quale «i soldi possono fare male» se viene gestita malamente la loro erogazione. E soprattutto «pensare di gestire il consenso attraverso le erogazioni è una stupidaggine».