"Caro…pane". Fra non molto lo si acquisterà in gioielleria: due euro il costo di un chilo, lievitato nel giro di poche settimane. Da 1,30, il salto a 2,00 euro, come dire 70 centesimi, poco meno di 1500 vecchie lire. I panificatori giustificano il tutto con gli aumenti della materia prima e delle spese di gestione.L'aumento non è stato, e non poteva essere diversamente, accolto con favore. Proteste clamorose non ce ne sono state: forse i consumatori hanno messo in atto una sorta di "sciopero bianco", consistente in un minor consumo di pane. Rincari sostanziosi comunque da parte dei fornai di Peschici, Vico del Gargano e Vieste. Dove il costo del pane è, come suol dirsi, "stracciato", è nella vicina Ischitella, i cui panificatori hanno mantenuto il prezzo di un solo euro per chilogrammo. In linea anche il costo a Cagnano Varano, con 1,10, ma sembra che qualche panificatore venda a un prezzo ancora più basso. A Carpino il prezzo ha subito un lieve rincaro: da un euro è passato a 1,20 al chilo. Singolare quanto succede a Rodi Garganico, dove, evidentemente, il "libero mercato" offre al consumatore una scelta significativa in base al prezzo: da 1,80 si scende fino a 1,30. Singolare, poi, il fatto che Comuni con popolazione maggiore, come Peschici, Vico del Gargano e Vieste, facciano registrare gli aumenti più consistenti; fa eccezione Cagnano Varano, dove non c'è stato alcun aumento, non solo, ma è da registrare anche che, comunque, i panificatori non hanno costituito alcun "cartello". A Carpino e Ischitella, con una popolazione al di sotto dei cinquemila abitanti, i prezzi più bassi. Ma non è detto che la situazione resti cristallizzata; tutt'altro. Infatti, si parla di aumento, a breve, ad Ischitella, anche se, per il momento, non c'è nulla di certo.