Concessioni, protesta dei proprietari contro l'agenzia del demanio marittimo per i rincari.
Parlando di "bullismo di Stato", "condizioni capestro", "attacco all'economia locale". Di certo, i proprietari di ristoranti sul mare hanno un diavolo per capello: l'Agenzia del Demanio ha aumentato del mille per cento i canoni di concessione degli spazi. In pratica, chi pagava duemila e rotto euro l'anno, adesso ne paga 21mila. Non solo: l'Agenzia del demanio impone, sempre per legge che il versamento, relativo al 2007, sia effettuato entro 20 giorni. In pratica, entro il 15 dicembre gli esercenti devono versare 2lînila euro. E non è tutto: nella lettera si avvisa che la legge prevede che questi canoni annuali siano versati anticipatamente e quindi, entro il 31 dicembre, i titolari dovranno pagare altri 2lmila euro per il 2008. Insomma, nel mese di dicembre dovranno sborsare, in totale, 42mila euro. Certo, ci sono situazioni differenti, ma queste sono le cifre medie. Ma perché l'aumento è stato di dieci volte tanto? C'è una norma, contenuta nella legge Finanziaria dell'anno scorso, che prevede la possibilità di rivalutare i canoni di concessione del demanio sulla scorta dei valori verificati dall'Osservatorio del mercato immobiliare. E quindi le somme schizzano alle stelle. Spiega un legale, al quale si sono rivolti alcuni titolari, Antonio Guido: «Il concessionario non è nella stessa situazione giuridica di un conduttore: infatti, il concessionario paga la costruzione, la manutenzione di immobili e l'Ici. Invece, il conduttqxe di un immobile altrui, o di un immobile dello Stato, potrebbe essere sottoposto ai valori immobiliari. Canone decuplicato? È una richiesta vessatoria, di una grande esosità nella rivalutazione del canone, peraltro da versare in tempi ristrettissimi e in coincidenza con l'anticipo. I titolari delle spiagge, invece, dovrebbero pagare meno – spiega Guido – in quanto la tassazione delle pertinenze demaniali è minore e varia a seconda se si tratta di aree coperte o meno».
I titolari dei lidi e soprattutto quelli dei ristoranti sul mare si stanno attrezzando: si rivolgono a legali e sollecitano le associazioni di categoria perché sia fatta pressione, a livello politico, per evitare che l'economia locale sia colpita in maniera pesante. Un titolare di ristorante della costa barese, Innocenzo Gulisano, commenta: «I parametri applicati non stanno né in cielo né in terra. Non è possibile che ci siano aumenti che vanno dal 600 a11300 per cento. Come se il conto di una cena l'aumentassimo di ,dieci volte, Noi stiamo rispondendo tramite gli avvocati, ma la Confcommercio dovrà trovare una soluzione politica».