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Ambiente – Kyoto tabù in Puglia

Nel 2006 le aziende pugliesi hanno prodotto una quantità di emissioni inquinanti superiori alle indicazioni del Piano nazionale di allocazione. Emerge da una ricerca della Eco-way. La provincia più virtuosa è quella di Brindisi.Il protocollo di Kyoto sui limiti delle emissioni inquinanti è ancora tabù per la Puglia. Nel 2006 le 38 aziende pugliesi inserite nel Piano nazionale di allocazione (Pna) hanno emesso 45,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica, cioè 6,2 milioni di tonnellate in più, pari al 15,96%, del limite fissato dal Pna. Così la Puglia è al 13/o posto nella classifica delle regioni rispetto al Protocollo di Kyoto.
Tutto questo emerge da una ricerca condotta da Eco-Way, società che si occupa dei cambiamenti climatici, su dati «Carbon market Data». Il risultato migliore viene dalle industrie della ceramica, che hanno prodotto l’anno scorso tre milioni di tonnellate di anidride carbonica (-1,83% rispetto al 2005).
I risultati negativi arrivano invece dalle aziende produttrici di materiali ferrosi, che hanno sforato il limite del 18,8%, e soprattutto da quelle del settore energetico. Centrali termoelettriche, impianti di combustione e di teleriscaldamento, cioè il 70% delle imprese pugliesi inserite nel Pna, hanno prodotto emissioni inquinanti che superano del 19% la quota stabilita. Restano lontani dagli obiettivi di Kyoto anche gli impianti di produzione di vetro (+3,6%) e le industrie di cemento e calce (+9%).

In Puglia la provincia più virtuosa è quella di Brindisi, che ha prodotto emissioni inquinanti per 19 milioni di tonnellate, superiori del 9,9% al limite consentito. All’ultimo posto della classifica regionale ci sono invece le aziende foggiane, che lo scorso anno hanno emesso una quantità di anidride carbonica superiore del 367% al limite imposto dal Piano nazionale di allocazione. Le 15 aziende baresi hanno emesso anidride carbonica per un milione di tonnellate (+40,6% del consentito), mentre le province di Lecce e Taranto hanno sforato i limiti del 12,2% e del 16,8%.

«I risultati – commenta in una nota il presidente di Eco-Way, Guido Busato – sebbene in linea con il dato nazionale, evidenziano una importante disparità nei confronti degli obiettivi che il nostro Paese ha assunto per uniformarsi alle direttive del Protocollo di Kyoto e di quanto stabilito in materia di riscaldamento globale dall’Unione europea». «Il dato del 2006 – conclude – assume valenza ancora più negativa se confrontato con i risultati del 2005, superiori al limite in misura minore di quanto registrato lo scorso anno, cioè +9,5%».