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I Cantori di Carpino, custodi delle antiche tradizioni garganiche da ben tre generazioni

Quando si parla dei Cantori di Carpino non ci si riferisce soltanto ad un semplice gruppo di musica popolare dedito alla cura delle tradizioni canore locali. I Cantori di Carpino sono qualcosa di più, il loro nome riecheggia nelle valli del Gargano affondando le proprie radici nei decenni passati.
E' trascorso più di mezzo secolo ma la loro de­nominazione è sempre lì, immutata. Sono cambiati i protagonisti, le persone fisiche, ma l' anima è sempre quella perché, in fondo, le idee camminano sulle gambe degli uomini. I corpi passano, lo spirito resta. Come quello dei Cantori di Carpino giunti, con quel­la attuale, alla terza edizione di un gruppo ideato ne­gli anni Sessanta dall'indimenticato Andrea Sacco. Trovare una continuità tra passato, presente e futu­ro" è l'obiettivo, sottolineato da Nicola Gentile, che anima i Cantori di Carpino. Gentile è uno dei promo­tori del terzo gruppo dei Cantori di Carpino, sorto nel 1997 in seguito alla volontà di alcuni giovani musici­sti di non disperdere l'insegnamento dei propri pa­dri. A fungere da sapienti guide ci pensava il trio sto­rico del folk carpinese composto da Andrea Sacco, Antonio Piccininno e Antonio Maccarone. Un mix generazionale di provata efficacia, una ensemble che ha catalizzato le attenzioni del pubblico negli ultimi dieci anni. Un ruolo decisivo nella fase di costituzio­ne del terzo gruppo dei Cantori di Carpino, ricorda Nicola Gentile, è stato svolto da Eugenio Bennato fondatore della Nuova Compagnia di canto popola­re a Napoli agli albori degli anni Settanta nonché ideatore circa un decennio fa del movimento Taran­ta Power oltre che profondo conoscitore della realtà garganica ed amico personale dei Cantori di Carpino, che ha spronato nel'97 i giovani carpinesi a seguire le orme dei loro avi. "Ci veniva spesso a trovare" ricor­da Nicolino Gentile. Se inizialmente non è stato faci­le assemblare musicisti provenienti da esperienze in diversi generi musicali, il progressivo e crescente suc­cesso riscosso dal '97 in poi ha definitivamente per­suaso i membri del gruppo, e non soltanto loro, della bontà dell'idea di non disperdere il prezioso patri­monio della cultura folk carpinese e garganica giun­ta sino a noi. Una musica ancestrale, pura, antica e di­namica, una musica senza tempo. Diverse le tournee effettuate in Italia e all'estero negli ultimi dieci anni dai Cantori di Carpino, che iniziano a programmare anche la nuova stagione. E' all'orizzonte infatti un tour in Europa in programma la prossima primave­ra, ma prima di tornare ad esibirsi oltre confine il gruppo folk carpinese sarà di scena a Foggia giovedì 13 dicembre. Tra sei giorni quindi il capoluogo dau­no si prepara ad ospitare il noto gruppo garganico in ima serata all'insegna del legame con la propria terra e delle tradizioni musicali datine, piazza XX Settem­bre la location prescelta per la prima edizione della Giornata della Rete nazionale d icultura popolare che si celebrerà contemporaneamente in tredici città ca­poluoghi di provincia. I Cantori di Carpino, che nel­l'occasione del 13 dicembre saranno affiancati da al­tri rinomati gruppi locali come i Malicanti e i Cantori di San Giovanni Rotondo sul palco che verrà allestito in piazza XX Settembre, a metà della prossima setti­mana, si sono recentemente esibiti a San Severo e a Carpineto Sinello in provincia di Chieti. Per quanto concerne invece i prossimi appuntamenti, dopo la serata foggiana,il taccuino dei Cantori di Carpino an­novera il concerto in calendario a Cagnano Varano il 29 dicembre in prossimità di Capodanno. Se oggi Carpino rappresenta a pieno titolo uno dei punti di riferimento del panorama musicale folk nel territorio nazionale, lo si deve anche all'opera dei Cantori. Quelli passati dei due gruppi precedenti, quelli attuali e quelli futuri che, siamo certi, non mancheranno. E grazie anche alla presenza del Carpino Folk Festival, che quest'anno è giunto alla sua dodicesima edizio­ne. Un appuntamento diventato una costante nel­l'ambito degli eventi nazionali in materia di musica folk e popolare. Erano circa 15mila le presenze nel corso della serata conclusiva dell'edizione 2007 del Festival, svoltasi lo scorso 11 agosto. Un riscontro di pubblico, un bagno di folla, in grado di rendere effi­cacemente l'idea dello spessore della manifestazio­ne. Ma se oggi Carpino è un punto di riferimento na­zionale della musica folk lo deve, dicevamo, anche ai suoi Maestri. Ci riferiamo al trittico Andrea Sacco, An­tonioPiccininno e Antonio Maccarone, preziose gui­de per Nicola Gentile e gli attuali componenti del ter­zo gruppo dei Cantori. Andrea Sacco, scomparso a marzo del 2006 all'età di 95 anni, è il più grande inter­prete di tarantella. Dice di lui Eugenio Bennato: "Ab­biamo fatto in tempo a fare qualcosa perché la sua le­zione rimanga per le generazioni future. A Milano, Torino, Roma. Bologna, Firenze, Napoli, in Italia e in Europa, decine di giovani con il fiato sospeso di fron­te alla semplice e misteriosa potenza della sua voce, di fronte al grande Andrea Sacco uomo del Sud, profeta di un rock lontano dalle finzioni del divismo con­temporaneo, artista e sacerdote dello straordinario rito collettivo che si chiama musica popolare". Anto­nio Piccininno (91 anni) e Antonio Maccarone (87) sono i decani della musica popolare italiana. Passa­to, presente e futuro si fondono nei Cantori di Carpi­no, custodi delle tradizioni garganiche.
I GENERI
La serenata ad personam ( per conto proprio, quando era innamorato ad essere il cantatore, o su commis­sione) era in passato il momento più importante per l' esecuzione di canti tradizionali di Carpino. Gli stessi canti che venivano utilizzati in una pluralità di oc­casioni: nell'ambito dei lavori campestri, du­rante la pesatura del grano in estate, la raccol­ta delle olive in autunno; nelle feste, specie du­rante il carnevale, sulle melodie strumentali dei balli, sul ritmo delle varie Tarantelle alla muntanara. La serenata a Carpino, come in al­tri paesi del promontorio, era di due tipi: d'a­more e di sdegno.