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Riceviamo e pubblichiamo

Egregio direttore,
   le scrivo sperando che queste mie considerazioni siano ritenute rilevanti al fine di essere pubblicate sul vostro sito, a beneficio dell’associazione che rappresento nella carica di vice presidente.Premetto che la funzione che ricopro è prettamente dettata dalla necessità di dover distribuire delle cariche societarie nell’atto di costituzione di un associazione, e che quindi tutti coloro facenti parte l’associazione, hanno la stessa importanza sociale, che si evidenzia nel momento in cui bisogna prendere decisioni per deliberare su propositi, o rimboccarsi le maniche se c’è da svolgere un lavoro manuale, presidente compreso.
Faccio questa premessa perché ormai da tempo sto osservando nel mondo dello sport dilettantistico di Vieste una ridicola corsa a ricoprire cariche societarie come status simbol, ed una folle corsa allo sperpero di denaro recuperato dalle tasche di coloro che credono nello sport ma non sanno di investire in una bolla di sapone che prima o poi è destinata a scoppiare.
Queste considerazioni nascono dalla mia personale esperienza fatta anni addietro insieme al mio carissimo amico Pasquale Fabrizio detto Lucio con il quale, prima coinvolti come sponsor e poi entrati nella dirigenza a pieno titolo, ci tuffammo inesperti in questo nuovo mondo pensando di muoverci copiando dal calcio professionistico; difatti vista la scarsa disponibilità di quei pochi ragazzi locali che sapessero tirare due calci ad un pallone e che bisognava andare a citofonare a casa la domenica per raccogliere il numero minimo di 11 giocatori, cominciammo a chiamare dei ragazzi di Foggia più che altro amici e amici di amici vogliosi di divertirsi per creare il gruppo che di li a poco avrebbe disputato il campionato provinciale di terza categoria, promettendo loro un premio promozione di 5000 euro; trovati gli stranieri a costo zero li unimmo a soli 5 viestani ricomponendo l’A.C. Vieste alla guida di un giocatore allenatore, Pierfrancesco Cannarozzi, cresciuto nelle giovanili del Foggia anch’egli tesserato a costo zero, che non smetterò mai di ringraziare per la sua serietà e la sua bravura nel gestire il gruppo. La squadra si allenava a Foggia ed una volta a settimana, il venerdi, o io o Lucio, o entrambi, accompagnavamo i 5 di Vieste ad allenarsi con gli altri; la domenica per le partite a Vieste i foggiani venivano con le loro macchine, per quelle fuori casa ci incontravamo sui vari campi, loro con le macchine e noi di Vieste con un furgone, quindi in verità  la squadra era sempre in trasferta. Durante le partite in casa alcuni pseudo tifosi insieme a diversi dirigenti delle altre società di Vieste ci apostrofavano con parole offensive del tipo foggiani di mer.., dimenticando che in ogni caso noi ci chiamavamo VIESTE e quando giocavamo fuori casa eravamo rappresentanti di VIESTE.
Comunque sia ciò non era di peso perché tutti avevano voglia di giocare dimostrandolo sin da subito nel girone d’andata piazzandoci nelle prime posizioni, mancava solo una punta che potesse finalizzare le tante occasioni da gol. In gennaio convincemmo un certo Ivan Serano ad unirsi al gruppo e lui, pur di venire, mentì al padre affermando che la società gli riconosceva 100 euro al mese. Si scatenò il putiferio da parte di quelli dell’Atletico Vieste perché c’era stato un diverbio fra loro ed i parenti del ragazzo in una partita di seconda categoria, quindi a parer loro non avrei dovuto prenderlo per rispetto non so di chi. Una domenica dopo aver segnato due reti, lo stesso Ivan mi chiese 100 euro da far vedere al padre che avrebbe restituito a mio fratello in pizzeria a Foggia; io sapendo che quei soldi non li avrei più rivisti gli concessi 50 euro dicendogli di farli vedere al padre due volte; chiamai mio fratello e chiesi se Ivan gli avesse restituito i soldi, giusto per conferma del mio sospetto, ed in effetti mio fratello mi disse che Serano propose in caso di una tripletta nella imminente partita di potersi tenere le 50 euro, allorché io accettai sapendo che sarebbe stata per lui un’impresa ardua. La domenica successiva vincemmo il derby con la Daunia Vieste 3 a 2 ed Ivan nel primo tempo segnò tre splendide reti una addirittura dopo pochi minuti dal calcio d’inizio.
Con 50 euro ingaggiammo il capocannoniere del campionato e vincemmo il campionato con un mese di anticipo!!
Totale della spesa fra trasferte, premio promozione, iscrizione e varie 7.000 euro. La  scuola calcio che rilevammo funzionò poco visto che rimanemmo senza tecnici, ai due che trovammo al nostro subentro furono offerte somme più alte dall’Atletico e cosi decisero di cambiare aria; comunque lavorammo con 40 bambini fra cui ricordo un certo Matteo Silvestri (convocato ultimamente ad una rappresentativa regionale) scartato da un istruttore, naturalmente non qualificato come la maggior parte di chi sta operando in questo momento,  perché troppo basso ed esile. Il campo comunale ci veniva concesso tre volte alla settimana tranquillamente perché all’epoca non minacciavamo l’egemonia dell’Atletico Vieste.
Il secondo anno le cose cambiarono di netto, riuscimmo a trovare un diplomato isef nonché istruttore qualificato cresciuto nella scuola calcio NAGC Pezzullo di Eboli con trascorsi calcistici in interregionale come portiere dell’Ebolitana, il Prof. Dario Carlino, che ci propose un nuovo metodo per fare scuola calcio  un programma sportivo educativo teso a migliorare le qualità di vita affinché lo sport, inteso come cultura sportiva ed educazione di vita, contribuisca sempre di più alla formazione dell’essere umano, per rafforzare alcuni dei valori propri del mondo dello sport, ovvero i valori orientati all’integrazione, allo stare insieme, alla tolleranza, al rispetto delle regole, alla non violenza e quindi praticare uno sport che accoglie, che recupera, che ascolta, che accompagna, e non uno sport che esclude, che marginalizza, che droga, che discrimina, che condiziona. Unica condizione del Prof. è che non voleva saperne della prima squadra almeno fino all’ottavo anno di attività, perché il programma prevedeva di svolgere campionati con i soli ragazzi cresciuti nella nostra scuola calcio. L’idea era nuova e sia a me che a Lucio piacque subito, pubblicizzammo la nostra scuola calcio e raggiungemmo 80 iscrizioni. Naturalmente la supremazia dell’altra scuola calcio stava terminando palesemente, noi avevamo raddoppiato le adesioni e loro erano in stallo, la prima squadra stava disputando un buon inizio di campionato, ma qualche mente contorta che dovrebbe essere cancellata dalla terra, che si definisce uomo di sport ma che con esso non ha nulla a che vedere e farebbe bene a rinchiudersi nelle cantine che è abituato a frequentare, pensò bene di sfruttare la convenzione del Comune di Vieste con l’Atletico Vieste per crearci tutti i problemi possibili sull’utilizzo del campo negando ogni sacrosanto diritto di fare sport ai bambini della nostra scuola calcio, contro ogni senso di equità che è alla base dei principi della nostra democrazia. Fummo costretti a fare su e giù con macchine e furgoni da Vieste a Santa Maria tutti i giorni per tre turni al giorno; il campo ci fu concesso il lunedì,  il mercoledì ed il sabato. Il lunedì avevano precedenza le scuole superiori e quindi lo perdemmo,  il sabato l’Atletico lo indicò alla federazione disponibile per le partite dei campionati giovanili e quindi perdemmo anche quello. Alla fine dell’anno la prima squadra si salvò all’ultima giornata e arrivammo stremati e stressati per mantenere tutti gli impegni presi a dispetto di qualcuno che non credeva potessimo farcela, ma c’è un detto che recita: “Gesù da la croce a chi ha le spalle grosse”. Costo dell’operazione per il campionato regionale di seconda categoria 12.000 euro circa; i costi lievitarono perché affittammo un pullman che ci costò 3.000 euro. Il terzo anno prendemmo una decisione, non potevamo continuare a fare su e giù Vieste Santa Maria con la scuola calcio e Vieste Foggia con la prima squadra, alle nostre famiglie non dedicavamo nemmeno la domenica, decidemmo di rinunciare alla prima squadra concentrandoci sulla scuola calcio.
Improvvisamente quei foggiani di mer.. che giocavano con noi furono svincolati e richiesti dietro buon compenso mensile dalle stesse società che li avevano denigrati. E’ stata una bella soddisfazione perché alla fine chi aveva denigrato stava pagando la propria idiozia ed incoerenza.
Anche quell’anno il campo lo vedemmo col cannocchiale accontentandoci delle solite briciole che per lavata di faccia il gotha del calcio viestano ci offrì. Le adesioni alla scuola calcio salirono comunque a 110 circa alla faccia dei soliti noti, segnale che si stava continuando a lavorare bene anche se con mille bastoni fra le ruote e molti genitori, alcuni divenuti anche dirigenti dell’associazione, si avvicinavano sempre più all’attività rimanendone positivamente coinvolti.
Per non dilungarmi molto, sono costretto a venire subito ai giorni nostri e a riallacciarmi alle premesse fatte circa tutto ciò che leggo riguardo a squadre di categoria che vengono descritte come team internazionali con figure come il direttore sportivo, il direttore commerciale, il team manager, l’addetto stampa, che hanno dilapidato dai 100 ai 150 mila euro a stagione alcune addirittura per retrocedere data l‘acclarata incompetenza e mancanza assoluta di  professionalità di chi ha gestito. In quattro anni fra tutte le società esistenti sono stati bruciati circa 600.000 euro, mi sono tenuto anche al di sotto della probabile cifra reale che mi è stata riferita da alcune persone vicine alle società, se tenete presente che le sole Atletico Vieste e Viestese hanno impegnato oltre 100.000  euro a testa per gli scorsi campionati. Un titolo di seconda categoria vale dai 10.000 ai 15.000 euro circa, un titolo di prima categoria dai 30.000 ai 35.000 euro un titolo di promozione non supera le 70.000 euro. Ciò che sto dicendo è frutto di contatti avuti con società che avevano difficoltà a trovare fondi per iscriversi ai campionati di appartenenza intenzionate a cedere il titolo, non è documentabile perché ufficialmente non si possono acquistare i titoli, ma si aggira l’ostacolo attraverso la fusione di due società; ciò avviene sistematicamente quasi tutti gli anni. Con somme del genere si sarebbe potuto realizzare un ottimo centro sportivo o addirittura altri due campi con manto in sintetico, per dar spazio a tutti gli sportivi dai piccoli ai grandi senza creare contrasti inutili; con 30.000 euro se proprio fosse stato necessario si sarebbe potuto acquisire un titolo di prima categoria risparmiandone oltre 200.000 che qualcuno ha speso per ottenerla; ma ormai sono tutti con il piede sull’acceleratore che spingono al massimo, pensando di avere il controllo del mezzo, ma da un momento all’altro rischiano di fondere o di uscire fuori strada. Agli occhi dei malcapitati sponsor il loro è un progetto (così lo definiscono) da finanziare perché di rilevanza sociale. Ad uno di questi presidenti chiesi se cortesemente poteva illustrarmi meglio nei particolari il suo progetto, mi rispose: “Dobbiamo superare l’Atletico Vieste perché devono finirla di comandare loro il calcio a Vieste”. Con qualcuno ebbi un battibecco circa un episodio grave in cui vennero selezionati dei bambini che dovevano appartenere ad una nuova scuola calcio. La selezione fu fatta da un pizzaiolo (non è assolutamente un offesa alla categoria) che si reputava allenatore, ma la cosa bella è che scartò un ragazzo che fu subito riammesso perché prontamente gli dissero che era il figlio del dirigente che più di tutti era capace di trovare sponsor, stavano creando la razza ariana del terzo reich, erano tutti allievi e adesso non giocano più a pallone, perché erano stati così pompati che alle prime sconfitte si demoralizzarono perdendo fiducia nei propri mezzi, così licenziato un pizzaiolo ne assunsero un altro che ottenne gli stessi risultati. Ai ragazzi era stata data una visione sbagliata dello sport, nell’ultimo corso CONI FIGC ho imparato che è la prima causa dell’abbandono sportivo.
Il contratto di gestione del Riccardo Spina o del Lorenzo Spina come ribattezzato da qualcuno è scaduto a ottobre, abbiamo fatto finta di non vedere che l’Atletico Vieste si allenava sul manto in erba perché,  anche se contrari alla sua politica, non volevamo impedire alla prima squadra di proseguire la sua corsa in campionato; qualcun altro sembra che se ne sia fregato e minacciando di denunciare ai vigili la violazione del cantiere è stato subito accontentato ed ora accede tranquillamente al campo la sera. Alla fine tutte le società si stanno allenando sul Riccardo Spina tranne noi (stamattina 30 dicembre per chi legge stavano disputando una amichevole). Alla nostra richiesta di usufruire allo stesso modo del campo ci è stato detto che sarebbe stato pericoloso per i bambini, allora perché portare i bambini sul campo in erba a farsi la fotografia per gli auguri natalizi come testimonia l’enorme manifesto affisso in via Dante Alighieri?? Il messaggio è forte e chiaro “chi sta con me può utilizzare il campo chi non ci sta lo deve vedere con il cannocchiale, chi si iscrive alla scuola calcio dell’Atletico Vieste o della Nuova Gioventù gioca sul manto in erba chi si iscrive all’ARCA VIESTE non può accedervi”. A proposito di scuola calcio l’unica associazione sportiva a Vieste che possiede tutti i requisiti per potersi chiamare scuola calcio è la nostra, gli altri stanno abusando del titolo perché mancano di alcuni requisiti, è come se un ragioniere si auto qualifichi commercialista.
 La criminalità non è solo quella che si legge sui giornali o si vede in televisione in tema di omicidi estorsioni ecc. è anche quella dei colletti bianchi che si uniscono a carciofo proprio come la mafia siciliana per essere impenetrabili. Certi atteggiamenti di prepotenza su chi vuole esercitare un proprio diritto, quello di svolgere una sana attività sportiva, specie se si tratta di bambini, potrebbero apparire come azioni mafiose e passibili di denuncia, e comunque per fare il mafioso bisogna avere stoffa e attributi.
Io gli attributi li ho e sono fin troppo colmi, e come me una sfilza di persone che al momento opportuno quando ci saranno da firmare esposti denunce e querele saranno pronte a farlo senza nessuna esitazione, quindi  attenti tutti voi che pensate di essere nella posizione tale di poter agire da prepotenti, dal 2008 la musica cambia. Anche la bozza del bando di gara che si sta preparando per la gestione del campo sportivo preparato dalla delegata allo sport va rivisto, considerando che fra i requisiti fondamentali per poter partecipare alla gara, ce n’è uno che individua l’Atletico Vieste come unica società che può partecipare, io spero che non se ne sia accorta e che sia in buona fede considerando la provenienza politica; al momento mi fermo qui ma se sarò stuzzicato vuoterò tutto il sacco per intero producendo anche documenti a conferma.
Caro direttore la ringrazio per gli auguri natalizi che mi ha mandato, ricambiandoli  porgo anche i miei migliori auguri di buon anno nella speranza che il 2008 sia ricco di soddisfazioni e gratificazioni per lei e per tutti coloro che fanno corretta informazione senza alcuna influenza politica.

 Vieste 30/12/2007                                                                          GIGI    PAGLIALONGA
                                                                                          
                                                                                                            luigi.1968@hotmail.it