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Asl Foggia, sfuma il blitz su assunzioni e incarichi

Tutto in una settimana le iniziative approvate dal direttore generale, Donato troiano, in una riunione del 24 dicembre.Diciotto delibere del commissario straordinario del­la Asl di Foggia approvate e riti­rate nel giro di una settimana. Tutte in materia di personale: per stipulare contratti dì consu­lenza, assumere dirigenti ester­ni, assegnare incarichi o attribu­ire promozioni. Tutte (o quasi) in contrasto con la legge Finan­ziaria regionale varata sabato scorso.Un'interro­gazione del gruppo di Rifonda­zione e l'intervento dell'assesso­re alla Salute, Alberto Tedesco, hanno indotto il commissario, Donato Troìano, ad una precipi­tosa marcia indietro. Revocati tutti gli atti e due altre delibere analoghe, non appartenenti al gruppo delle 18. L'elenco degli atti è fornito dall'interrogazione «urgente» firmata dal capogruppo Prc Ar­cangelo Sannicrandro e dai con­siglieri Piero Manni e Piero Mi – ta. Una delibera confermava un contratto di co.co.co., in sca­denza il 31 dicembre, con un ex dirigente in pensione (42 mila curo annui). Per Rifondazione si tratta di contratto «instaura­to e prorogato in violazione di legge», trattandosi del rappor­to di lavoro con un ex dipen­dente Asl. Un'altra delibera pro­rogava per tre anni l'incarico di consulenza ad un ingegnere: 80mila euro + Iva. Si sanavano, inoltre, rapporti di consulenza per tutto il 2007 a favore di tre medici (1,4 milioni di curo). Un giovane laureato di 28 anni, già co.co.co. della Asl, veniva inse­diato per tre anni nel ruolo di dirigente amministrativo. Poi, ancora nomine di dirigenti e promozioni varie. Il tutto appro­vato da Troiano e dal direttore sanitario Leonardo Trevisano, in una riunione del 24 dicem­bre, «senza aver convocato il di­rettore amministrativo Maria Rosaria Daniello». Ma, soprat­tutto, ed è questo il punto cru­ciale, in violazione delle norme che sarebbero entrate in vigore con la legge approvata di lì a qualche giorno (si veda lo stop alle consulenze esterne non sa­nitarie). Norme, è vero, che do­vevano ancora entrare in vigo­re al momento della decisione. «Ma che Troiano e tutti i mana­ger Asl – dice Sannicandro – co­noscevano bene. All'inizio di dicembre erano stati convocati perché conoscessero in anticipo le disposizioni. La stampa ne aveva largamente parlato ed erano state già licenziate dalla commissione Bilancio». L'inter­vento di Tedesco e la marcia in­dietro dì Troiano hanno parzial­mente messo riparo alla vicen­da. Ma Sannicandro va oltre e chiede a Nichi Vendola se non intenda rimuovere Troiano e Tre­visano «per la manifesta infe­deltà dimostrata… per la particolare spregiudicatezza manife­stata nell'eludere e contrastare le decisioni del governo e del consiglio regionale». Il governa­tore è fuori dalla Puglia: quel che deciderà, lo deciderà al ri­torno. La sanità è tema che scotta, con il deficit stimato di oltre 210 milioni e la necessità di far ricorso alle tasse per colmarlo. La giunta, sabato, si è riunita due volte, prima e dopo il consi­glio regionale, per discutere di Mario Morlacco, direttore del­l'Ares (agenzia della sanità). Vi sono spinte poderose affinché il manager lasci l'incarico. Ven­dola sembra avallare questo orientamento, sulla base del ra­gionamento che occorre dare un segnale di discontinuità nel­la politica sanitaria. Ma vi sono forti argomentazioni anche in senso contrario. Le sostengono Tedesco, alcuni partiti minori e una parte consistente del Prc. La loro tesi è che Morlacco è uno dei migliori manager in Ita­lia (di recente è stato nominato anche nel cda dell'Istituto supe­riore di sanità, superando una selezione di undici candidati provenienti da tutta Italia) e che quello che succede nelle Asl non è conseguenza delle scelte programmatorie del­l'Ares. «Il caso Foggia – dice Sannicandro – lo dimostra».