Dati allarmanti sulle donne della capitanata, contagiato il 27,4 per centoDisinformazione. – scarsa attenzione alla prevenzione e all'igiene intima, rapporti sessuali con più partner e senza protezione. Sono i fattori che spiegano perché le donne foggiane sono quelle che, in Italia, contraggono più facilmente il papilloma virus, responsabile dello sviluppo del tumore al collo dell'utero. A pochi giorni dall'avvio della campagna di vaccinazione gratuita contro il papilloma virus (coinvolgerà le 12enni), uno studio epidemiologico condotto dai medici dell'Ospedale Riuniti di Foggia in collaborazione con la direzione sanitaria dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, ha accertato che il 27,4 per cento delle donne daune è stato contagiato dal virus. Più che a Roma (8,7 per cento), Milano (19,7 per cento), Torino (8,8 per cento) e Napoli (19,7 per cento). La ricerca è stata eseguita da settembre 2005 a marzo 2007: 606 donne spontaneamente si sono sottoposte ai controlli ginecologici e al test dell'Hpv (Hpv-Dna test). In 166 casi è stata diagnosticata l'infezione (il 27,4 per cento). Una percentuale elevata, sopra la media nazionale. Il 21,8 per cento delle pazienti (132 in tutto), inoltre, è risultato positivo al ceppo virale più pericoloso, quello che provoca l'insorgere del cancro all'utero. Complessivamente, i ginecologi di Foggia hanno scoperto 202 infezioni: significa che alcune donne sono state infettate da ceppi diversi del papilloma virus. Le più esposte al pericolo del contagio sono le ragazze tra i 25 e i 35 anni (41,7 per cento del campione), a seguire le donne tra i 35 e i 45 anni (26,4 per cento) e quelle fino a 25 anni (20,9 per cento). La ricerca mette in evidenza un altro dato: il virus più diffuso è quello che si trasmette sessualmente. «Una così diffusa infezione di virus altamente oncogeno, sessualmente trasmesso – è scritto nella relazione – porta ad una serie di conclusioni finalizzate all'implementazione di campagne di screening e prevenzione». Quindi, è «ovvio – si legge – che manca una corretta informazione sulle modalità di trasmissione e l'elevata probabilità di contrarre il virus». Secondo i medici, i fattori che determinano una così elevata percentuale di donne contagiate sono due: disinformazione e scarsa cultura della prevenzione. «Dalla nostra esperienza – scrivono ancora i ginecologi foggiani – emerge che non è diffusa l'informazione, che ci sono diversi fattori socio-comportamentali che incidono sull'esposizione al rischio di contagio e che non sono solo il numero di partner e di rapporti a rischio, ma anche fattori genetici, immunodepressione, coinfezioni con altri virus o microrganismi, fumo, contraccettivi orali e fattori ormonali». Il risultato della ricerca solleva il problema del controllo sanitario. <<inoltre – è scritto nella relazione medica – da un'attenta analisi dei risultati si evidenzia come infezioni virali da ceppi che teoricamente non dovrebbero essere presenti nella popolazione residente, in realtà possano porre problemi di vigilanza e di politica sanitaria, ad esempio nella popolazione immigrata>>. Con la riapertura delle scuole, comincerà la campagna di vaccinazione gratuita. In Puglia le dodicenni sono circa 25mila (dati Istat), per una spesa a carico del Servizio sanitario nazionale pari a 6,5 milioni di euro. Le ragazze tra i 13 ei 26 anni, invece, sono 400mila. Purtroppo, i dati pugliesi sulla prevenzione non sono confortanti: solo il 52 per cento delle donne di 25 anni si sottopone al pap-test nonostante l'assenza di sintomi o disturbi. E' la percentuale più bassa dopo quella registrata in Calabria e Basilicata.
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