Mancano attrezzature di baseUn centro di primo intervento sprovvisto di otoscopio. Denunciato il caso di un bambino che. a Peschici, il giorno di Capodanno ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del punto di primo intervento perchè accusava dolore ad un orecchio. Strano, ma vero, il medico di guardia non ha potuto visitare il piccolo in quanto il pronto soccorso non aveva in dotazione, appunto, un otoscopio, apparecchio che è indispensabile perla diagnosi di naso, orecchie e gola; in particolare, è ideale per il test della membrana timpanica. Fortunatamente, il papà del bambino, l'avvocato Giovanni Maggiano, si è rivolto, in via strettamente amichevole, ad un medico di base il quale, con il suo apparecchio, ha verificato che, effettivamente, il piccolo aveva subito un trauma.
Una corsa a San Giovanni Rotondo dove i sanitari di Casa sollievo della sofferenza hanno prestato al bambino le cure del caso. Giovanni Maggiano, quasi certamente, ricorrerà alla magistratura perchè faccia chiarezza su quanto accaduto ed accerti eventuali responsabilità. Il medico del pronto soccorso di Peschici non ha colpa alcuna, se non quella di non aver potuto, suo malgrado, tranquillizzare i genitori. Diciamo questo perchè, come ci è stato spiegato, i centri di primo intervento, secondo disposizioni della dirigenza sanitaria, non vengono dotati di otoscopio in quanto i casi di emergenza riguardano esclusivamente problematiche di carattere cardiaco e polmonare. Al di là di queste, i medici dei punti di 118 hanno, come suol dirsi, le mani legate non avendo, come nel caso di trauma all'apparato auricolare, in dotazione un otoscopio. Quale logica ci sia in tutto ciò è assolutamente incomprensibile. Il costo dell'apparecchio è di qualche centinaio di euro, un'inezia. Ma non sarebbe l'unica contraddizione, anche se, questa volta, di ben altra natura. Si verifica, infatti, il caso del centro di primo intervento di Vico del Gargano dove l'otoscopio c'è, ma, fino a qualche settimana fa, non poteva essere utilizzato perchè da tempo chi di dovere non provvedeva all'acquisto delle pile, per sostituire quelle esaurite. Se non si è toccato il fondo, ci si è andati molto vicino. Questo succede, come ricordavamo, a Vico del Gargano, comune che una volta era stato candidato a sede ospedaliera, ma che, oggi, ha una struttura di primo intervento dove non è possibile sostituire neppure una ricarica per poter utilizzare, in caso di bisogno, l'otoscopio. Infine, sempre a Peschici, da124luglio scorso> data che resterà indelebile nella memoria collettiva, insieme alle pinete bruciate a causa degli incendi che hanno interessato una bella fetta del suo territorio, non c'è più traccia della figura dello psicologo nel locale consultorio familiare, letteralmente volatilizzatosi senza che qualcuno ne abbia spiegato il perchè. L'utenza, che proprio per i fatti di luglio avrebbe bisogno dello psicologo, è obbligata a far riferimento alla struttura di Ischitella, comune distante oltre trenta chilometri, con un sistema di trasporto pubblico insufficiente e, di conseguenza, come sempre, penalizzate sono le fasce più deboli della popolazione.
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