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ENNESIMO ALLARME PER IL COMPLESSO RELIGIOSO DI SAN LEONARDO

 “Di questo passo San Leonardo non andrà avanti. La Chiesa non è in pericolo, ma il convento corre grossi pericoli e se cadesse, questo complesso non avrebbe più alcun senso d’essere”.Dure le parole che giungono all’unisono da Rosmary Valenti, presidente della Pro Loco Manfredonia, e dall’architetto Antonello D’Ardes dell’associazione culturale Gugliemus, sull’ effettivo stato di salute dell’Abbazia di San Leonardo di Siponto. L’allarme era scattato qualche giorno fa grazie ad una lettera diffusa a mezzo stampa da Rosmery Valenti, che denuncia lo stato di incuria della preziosa e significativa Abbazia sipontina. L’Attacco, con l’ausilio speciale dei due relatori, ha effettuato un sopraluogo, ed ha constatato il vergognoso stato in cui versa un simile patrimonio. La Chiesa di fatto versa un buona stato, anche se come dice D’Ardes ha bisogno di un rifacimento del tetto, causa infiltrazioni piovane,è pulita, ordinata ed affascina molto il visitatore che rimane in visibilio dinnanzi al ‘miracolo’ del solstizio d’estate. Ma è varcando l’uscio di una entrata secondaria della Chiesa che lo scempio, senza preavviso, si presenta. Il cortile che da accesso a quello che resta del convento che ospitava secoli fa i frati, è pieno di erbacce e calcinacci, e le mura vengono sostenute a stento da puntellamenti rudimentali fatti qualche anno fa dai volontari dell’associazione Guglielmus, che invano hanno cercato di portare decoro in questa struttura, ma puntualmente il loro lavoro è stato guastato dall’incuria, dal menefreghismo e dal vandalismo. “Qualche hanno fa avevamo pulito tutto il cortile dalla erbacce, riportando alla luce lo stupendo pavimento esistente- dice Rosmery Valenti a L’Attacco- Stiamo cercando di salvare il salvabile. Ma pochissimi sono a conoscenza di questo scempio e addirittura dell’esistenza di questo convento”. Nonostante ciò però questi volontari si impegnano e faticano per tenere in sesto questa secolare Abbazia, che è un’importante meta per la via francigena. L’Attacco è riuscito ad entrare nella parte superiore del convento, dove ci sono i resti di quelle che erano le cellette dei frati. Dappertutto ci sono erbacce rigogliose, umidità, muri in decadenza, ruderi, calcinacci e addirittura reti per letti in alluminio e sedie in legno, segno che qualcuno qui ha trovato un riparo di fortuna. Ma non è tutto perché oltre a questo degrado nell’ala antistante a quella delle cellette il solaio è in gran parte crollato e di fatto è andato a rendere inaccessibile l’ingresso alle cantine sotterranee dove i frati decantavano un vino pregiato in grosse vasche. Ma gran parte di queste strutture murarie sono in stato avanzato di decadimento e rendendo rischioso l’accesso a questa storica area. Altro già crollato e ad alto rischio crollo è il comignolo che ha una grande valenza storico artistica. Il suo crollo, inoltre, andrebbe a rendere ancor più inaccessibile l’area conventuale. “Su ogni celletta c’erano decori ed insegne artistiche, ma sono state trafugate per assenza di guardiania- dice D’Ardes- Inoltre quei pochi reperti che restano dei tre grandi altari della Chiesa sono in continuo pericolo di furto. Basti pensare che più volte ignoti hanno sfondato uno storico muro per portarli via, ma hanno desistito causa l’eccessiva dimensione dei reperti- e aggiunge- Negli anni ’90 sono crollati i solai del piano superiore e nel 2004 un fulmine ha colpito il comignolo danneggiandolo gravemente. Se crolla il comignolo, il suo peso porterebbe dietro di sè mezzo convento. L’area conventuale ha bisogno urgentemente di un preciso e strategico puntellamento e una messa in sicurezza”. Queste operazioni, che sembrerebbe richiedano una cifra non faraonica ma di 30/40 euro, dovrebbero interessare la Regione Puglia, IL Parco nazionale del Gargano e la Curia sipontina. “San Leonardo alla fine del 1700 aveva l’ospedale più attrezzato e frequentato dell’epoca-di ce Rosmery Valenty-Poi gli Ospedali Riuniti di Foggia, che ne erano proprietari di questa struttura, hanno deciso di chiudere tutto, portandosi (come narrano le cronache storiche) 25 carretti pieni di roba, che nessuno ha mai più rivisto- e aggiunge- Nel 1809 tutta la struttura fu abbandonata e chiusa e solo un secolo e mezzo dopo, grazie a Don Silvestro Mastrobuono ci fu il ritorno al culto con la festa dell’Ascensione, e negli anni ’80 la Curia dovette riacquistare tutto il terreno, che nel frattempo era finito in mani private. Ciò che noi vorremmo è che qui ritornasse la vita, così come è accaduto a Pulsano, a pochi chilometri di distanza da qui. Anzi lì i volontari hanno dovuto ricostruire quasi ex novo, ed invece qui basterebbe tirare su le pietre che ora giacciono ammassate una sull’altra. Ma ci rendiamo conto che a Pulsano il discorso è diverso, lì c’è e c’è sempre stato un forte attaccamento alla fede molto vivo”. “Non sembra esserci nulla all’orizzonte, e le beghe burocratiche sono il delitto peggiore- afferma D’Ardes- Il Parco si è giocato 1.5 milioni di euro, che erano stati chiesti all’epoca di Fusilli. Noi della Guglielmus è da 5anni che ci battiamo per la salvaguardia e lo sviluppo di S. Leonardo, ma sembra che lottiamo contro i mulini a vento”.
Progetti a S. Leonardo
San Leonardo continua ad essere sotto i riflettori dopo il positivo bagno mediatico dei giorni scorsi. Ora emergono due diversi progetti che vedono impegnati sette volontari del servizio civile. “Il progetto della Pro Loco è già partito dallo scorso 5 novembre e vede impegnati 3ragazzi- dice a l’Attacco Rosmary Valenti- rientra nei piani regionali ‘arte e mestieri’ e ‘sviluppo turistico dalle Murge al Gargano’- e aggiunge- Non ero a conoscenza di questo ulteriore progetto realizzato dal Paser di Manfredonia. Lo ritengo valido per le sue finalità, soprattutto perché consentirà un maggiore decoro e una migliore fruibilità dell’Abbazia”. Infatti l’associazione di volontariato Paser di Manfredonia ha presentato un ulteriore progetto per la salvaguardia ed il rilancio di San Leonardo. L’iniziativa è già in rampa di lancio, in quanto già sono pronti i quattro volontari, e si attende solo l’autorizzazione della Curia sipontina per entrare a pieno regime di lavoro. Gli obiettivi specifici del progetto presentato dal Paser sono: monitorare la presenza esatta dei turisti sul territorio; attivare il servizio di assistenza turistica curando l’aspetto di relazione con gli utenti; collaborare con le risorse del territorio; svolgere attività di manutenzione del sito (pulizia erbacce, piccoli rifiuti, segnaletica etc.); attivare il servizio di trasporto e accompagnamento rivolto a turisti con difficoltà di muoversi per favorire il raggiungimento delle sedi di eventuali servizi fruiti o in cui effettuare visite, qualificando l’intervento nella comprensione delle informazioni fornite dalle guide. Tra le attività che i quattro volontari svolgeranno, si prevede: un servizio di assistenza turistica; un servizio di compagnia per gli utenti bisognevoli; pianificare di progetti di comunicazione; coadiuvare la gestione dell'ufficio stampa e dei rapporti con i media; organizzare eventi interni ed esterni; organizzare azioni di pulizia e recupero monumenti storici; coordinare la presenza a mostre e saloni espositivi; pubblicare monografie, newsletter, cataloghi; analizzare la realtà territoriale e ricettiva; analisi dei pubblici attuali e potenziali; progettare l'offerta turistica di riferimento, dei servizi e delle attività di supporto; organizzare attività ed eventi per il pubblico; partecipare in maniera coordinata a saloni espositivi e mostre; utilizzare Internet per la gestione e la promozione del territorio. Intanto rimane un’ipotesi l’arrivo dei monaci della ‘Fraternità di Gesù’. “Mi mettete in imbarazzo in merito a questa vicenda- dice a l’Attacco Madre Gina, superiora del Monastero di Vallechiara- dovete contattare l’Abate Padre Tarcisio, che se vorrà darà indicazioni. Di certo io rimarrò qui in questo convento, di più non è possibile dirvi”.
SCHEDA
L'Abbazia e la Chiesa di San Leonardo di Lama Volara detta di Siponto, splendido esempio di romanico pugliese, si trova a pochi chilometri da Manfredonia, lungo la strada s.s. 89 che da Foggia porta alla montagna sacra, il Gargano, poco distante dal luogo ove sorgeva l'antico vescovado di Siponto, insediamento romano prima e poi bizantino. Il complesso monastico fu fondato tra gli ultimi anni del secolo XI e i primi del sec. XII dai Canonici Regolari di Sant'Agostino come ricovero, ospizio per i pellegrini che si recavano al Santuario dell'Arcangelo Michele ed per i cavalieri crociati che, dopo aver pregato, presso il Santuario, s'imbarcavano per la terra Santa. Nel 1261 fu affidato da Papa Alessandro IV ai Cavalieri Teutonici, i quali ne fecero il centro delle loro attività in Puglia e rimasero sino agli anni Ottanta del 1400. Gli scudi crociati di questi frati guerrieri sono ancora visibili all'interno della chiesa. A partire da quella data, la Chiesa di San Leonardo, considerata Abbazia, venne data in commenda a vari cardinali, tra i quali Bonifacio Caetani, Carlo Barberini e Pasquale Acquaviva d'Aragona, che fu l'ultimo degli abati commendatari. Dal XVII secolo nella chiesa vi officiavano i frati minori. Nel 1810 l'Abbazia fu soppressa da Gioacchino Murat ed il convento con le rendite fu trasferito all'Ordine Costantiniano. La Chiesa di San Leonardo, dopo un lungo periodo di totale abbandono durato quasi due secoli, è stata riaperta al culto nel 1950 ed è sotto la tutela della diocesi di Manferdonia. San Leonardo di Siponto ritroviamo un preziosismo architettonico del genere. Ad ogni solstizio d'estate, il 21 giugno, al mezzogiorno astronomico, il sole è perfettamente sulla direttrice, penetra con un solo raggio all'interno della Chiesa attraverso un piccolo rosone posto in una cupola e va a cadere sul pavimento al centro di due pilastri che sorreggono la navata centrale in prossimità del portale laterale. Il fenomeno è stato concepito con molta precisione, abbinando calcoli astronomici a quelli architettonici al momento della costruzione dell'Abbazia. Simili artifizi si possono osservare in altre Chiese, come ad esempio nella Cattedrale di Chartres in Francia, dove la luce passa attraverso un foro praticato in una vetrata.
Matteo Palumbo