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ASL FG: ANCORA ALTA LA TENSIONE SUL “CASO TROIANO”

 E’ ancora altissima la tensione e l’attenzione intorno alla vicenda Troiano, e le polemiche non accennano a scemare. Troiano con il suo ‘pasticiaccio’ sembra essersi cacciato davvero in brutto guaio, che stavolta potrebbe costargli davvero la poltrona. Ma in suo soccorso sta accorrendo la sinistra provinciale, e i suoi rappresentanti accorrendo al capezzale, cercando di gettare acqua sul fuoco.

“E' stata una sterile polemica politica quella che in questi giorni festivi ha sollevato il Prc di Capitanata' sull'adozione di alcuni atti amministrativi da parte del commissario straordinario della Ausl Donato Troiano- questo sostengono in una nota il presidente del gruppo consiliare Udeur-Popolari alla Regione Puglia, Giovanni De Leonardis, e il segretario provinciale dell'Udeur, Generoso Perna. 'L'Udeur di Capitanata – oltre a stigmatizzare in questa vicenda l'atteggiamento istituzionale poco corretto di Sannicandro (consigliere regionale del Prc), esprime piena solidarietà al commissario Troiano ed al suo direttore sanitario Trivisano le cui storie professionali sono state sempre contraddistinte da un esemplare rispetto verso le istituzioni che rappresentavano durante lo svolgimento delle loro funzioni'- e continuano- Per altro si concorda pienamente su quanto dichiarato dal commissario Troiano che l'adozione degli atti amministrativi in questione è stata presa in linea con la normativa vigente e, comunque, con gli stessi obiettivi strategici dell'Azienda Sanitaria. Se la sanità pugliese ha ormai bisogno di una svolta decisa e forte in materia di metodi e gestione, certamente ciò non può iniziare da una strumentale mortificazione della professionalità di uomini che in maniera seria e leale servono le Istituzioni ed amministrano nell'interesse della comunità”. “Siamo all'assurdo – sostengono i consiglieri regionali del Pd di Foggia, Dino Marino, Francesco Ognissanti e Angelo Riccardi – Donato Troiano che ogni giorno opera per risolvere i tanti problemi della sanità foggiana viene tacciato di infedeltà e chi invece sistematicamente ostacola il difficile e faticoso lavoro di risanamento della sanità viene descritto come un funzionario integerrimo- e aggiungono- il direttore amministrativo, cui spettava solo il parere di legittimità amministrativa e procedurale sulla delibera di nomina del vincitore del concorso, ha invece espresso giudizi sulla commissione d'esame e sull'opportunità di scegliere, non il vincitore, bensì l'aspirante primario locale, ma, fortunatamente, il commissario straordinario, proprio in base alle valutazioni della commissione, ha compiuto una scelta di merito legata unicamente alla professionalità dei concorrenti e per garantire il diritto alla salute dei cittadini”.
“Cosa c’entra la Direzione Provinciale del Partito Democratico con il Commissario Straordinario della Asl di Foggia?- chiede in un comunicato stampa Fedele Cannerozzi, segretario provinciale di Rifondazione Comunista- Il Capogruppo e l’intero Gruppo di Rifondazione Comunista alla Regione Puglia, nell’esercizio delle loro funzioni e delle loro prerogative hanno espresso un giudizio circostanziato e critico su alcuni provvedimenti ‘dell’ultima ora’ emessi dal commissario straordinario della Asl. Erano legittimati a farlo? E, dunque, cosa c’entra la Direzione Provinciale del PD? Come mai viene riunita solennemente ed in via di urgenza a svolgere le difese di un funzionario regionale, senza preoccuparsi di dare all’opinione pubblica la sgradevole impressione di muoversi a sostegno di un funzionario di partito e non di occuparsi di un manager pubblico?- e conclude-Pur avendo la possibilità di interloquire a sostegno del merito delle questioni sollevate dal Gruppo Regionale del Prc, preferiamo non farlo per non invadere competenze istituzionali e politiche che appartengono ad altri soggetti”. “Ricopro quel posto per indicazioni di un dato partito che ha ritenuto di indicarmi per esclusive ragioni ‘fiduciarie’- afferma Maria Rosaria Daniello, direttore amministrativo Asl Foggia- Nei giorni scorsi ho dovuto prendere posizione, esclusivamente all’interno del sistema organizzativo aziendal-regionale, a tutela del ruolo istituzionale che rivesto che in alcuni atti dell’Azienda era pretemesso. Ovviamente di fronte a tali accadimenti, non potevo non farne parte a coloro che in me avevano riposto fiducia in quanto, con me, anche la loro parte veniva, allo stesso modo, degnata di analoga, insufficiente, considerazione. E questo a prescindere dalle singole decisioni i cui profili di merito, esterni all’organizzazione dell’Azienda, sono rimasti estranei alla mia osservazione-e conclude- dal mio punto di vista, considero quindi mai aperta una vertenza interna sul piano personale , addirittura, politico e chiedo soltanto che alla mia funzione e alla mia persona sia riservato il normale rispetto dovuto per legge e per…educazione!”

L'Attacco.it