L’assessore Ostillio: “Gli itinerari della fede, una grande risorsa”.Le strade della fede non portano soltanto a San Giovanni Rotondo. La Puglia è crocevia di santuari e luoghi santiche, se messi in rete, potrebbero far crescere l'industria turistica. La notizia dell'esumazione del corpo di san Pio da Pietrelcina, la primavera prossima, ha fatto tornare il sorriso agli operatori turistici della zona. I sette milioni di pellegrini già previsti per quest'anno potrebbero diventare addirittura nove milioni. Il problema, però, è quello di sempre: trasformare il pellegrinaggio in turismo. Cioè, in pernottamenti. Due o tre giorni, se non di più. Di qui l'idea di realizzare veri e propri itinerari della fede. «Ci stiamo provando», ammette Massimo Ostillio, assessore regionale al Turismo, che proprio ieri ha incontrato a Roma i colleghi assessori delle altre regioni italiane. Fra gli argomenti in discussione, anche i rapporti con l'Opera italiana dei pellegrinaggi. «Da credente – spiega Ostillio – ho qualche difficoltà a fare una commistione fra sacro e profano. Da rappresentante delle istituzioni, però, ho il dovere di guardare alle immense potenzialità che offre il turismo religioso. È un settore che non conosce crisi e che in Puglia potrebbe portare grossi benefici in termini di prodotto interno lordo. Nella nostra regione, del resto, esistono numerosiluoghi di culto da valorizzare». Insomma, non c'è soltanto San Giovanni Rotondo. Bari, per esempio, custodisce le reliquie di san Nicola. Intorno al santo di Myra, venerato dai cattolici e dagli ortodossi, si sta sviluppando lentamente un'industria dei pellegrinaggi dalla Russia. I fedeli di Mosca sono in continuo aumento, anche se il fenomeno rimane circoscritto. «Quello russo è un segmento di mercato molto interessante – spiega Edoardo Caizzi, presidente di Federalberghi – Per il momento il fenomeno è limitato ai mesi di maggio e dicembre, in occasione delle feste religiose di San Nicola, ma potrebbe estendersi a tutto l'anno. da parte nostra stiamo riproponendo gli itinerari in lingua russa fino ad Alberobello. Non è facile: soprattutto nei fine settimana, è difficile convincere le ferrovie a restare aperte». II governo regionale, dal canto suo, cerca di costruire una rete dei luoghi di culto, facendo leva anche sulla storia e sulla tradizione. La sfida è offrire pacchetti turistici di almeno due o tre notti. In Capitanata, per esempio, la visita alla tomba di san Pio potrebbe essere abbinata alla visita al santuario di San Michele Arcangelo, a Monte Sant'Angelo, che si candida a entrare nel patrimonio dell'Unesco (la notizia sarà ufficializzata nelle prossime ore). «Se è per questo – insiste l'assessore Ostillio – si potrebbe aggiungere anche il convento di San Leonardo a Foggia, ristrutturato grazie a un contributo della Regione: era tenuto dai templari ed era un importante luogo di passaggio dei cavalieri tedeschi». Un altro cammino della fede potrebbe invece portare a Otranto, nella città dei martiri, i cui resti sono custoditi nella cattedrale. «L'arrivo del Papa a giugno – spiega Ostillio – ci offre la possibilità di realizzare un percorso che dal santuario della Madonna del Casale, a Brindisi, si snodi attraverso il Salento, fino a Otranto e al Capo di Leuca». Il tutto senza dimenticare Siponto e Manfredonia, da dove partirono i crociati, e Trani, altro luogo sacro ai templari. La sfida è tutt'altro che semplice. Si tratta di mettere a punto un'offerta capace di convincere i pellegrini a trasformarsi in turisti. «Siamo in contatto con l'opera polacca dei pellegrinaggi -conclude Ostillio – I polacchi sono quelli che in assoluto visitano di più i luoghi di culto. Insieme con gli operatori turistici dobbiamo essere capaci di offrire pacchetti che li convincano a restare. In questo possiamo diventare la Regione pilota».