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Comunità Montana: “un ente terremotato” e l’imbarazzo del centrosinistra

E' un ente terremotato, quello del­la Comunità Montana del Gar­gano, in seguito alla clamorosa notizia dell'arresto del presi­dente Nicola Pinto (già auto­sospesosi dall'incarico in se­guito all'avviso di garanzia del 13 dicembre scorso) e dell'as­sessore alla cultura Peppino Maratea (anch'egli, pochi gior­ni fa, si era dimesso dalla ca­rica), raggiunti l'altra mattina da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Foggia. Sono entrambi agli arresti domiciliari. Costerna­zione, rabbia, tristezza, incre­dulità, sono i sentimenti che at­traversano in queste ore il mon­do politico garganico.Tutti garantisti – nessuno de­ve essere marchiato come col­pevole prima dell'ultimo grado di giudizio – ma anche tutti con­cordi nel ritenere che è di certo la pagina più buia nella giovane storia dell'ente montano quella scritta in questi giorni. «Non intendo commentare l'arresto di Maratea e Pinto, se non ester­nare la mia tristezza e il mio sgomento per l'intera vicenda», afferma Luigi Damiani, sinda­co di Vico del Gargano. «Sarà la giustizia a fare il suo corso», aggiunge ancora Damiani, il
quale si preoccupa invece di porre l'accento sulla necessità di riavviare il meccanismo po­litico amministrativo dell'ente, «Bisogna ripartire al più pre­sto». Gino Di Rodi, capogruppo di Forza Italia in seno all'ente montano chiede dal canto suo la convocazione urgente dell'organo rappresentativo «perché non possiamo più per­dere tempo, bisogna riaccende­re il motore della macchina po­litico amministrativa dell'en­te». Vincenzo Totaro, capogrup­po dell'Udc pone invece la ne­cessità di formare, per l'imme­diato, un governo istituzionale aperto ad ogni forza politica, per gestire l'emergenza che si è venuta a creare. «E' urgente as­sicurare nell'immediato il re­golare funzionamento dell'ente montano e nel contempo tra­ghettare la struttura dal punto di vista politico amministrati­vo verso un nuovo assetto del suo organo rappresentativo». Disorientamento nei ranghi e nelle file del centro-sinistra alla notizia dell'arresto dei due, anche se dell'inchiesta si sape­va. La re­sponsabilità politica dell'ente adesso ricade sull'ex diessino ora PD vicepresidente Gino Vergura, il quale dovrà convo­care una riunione dei capigrup­po nei prossimi giorni per sta­bilire il da farsi e considerare l'ipotesi di un governo di salute pubblica. Oggi come oggi alla luce degli arresti di presidente ed assessore s'impone la neces­sità di stringete i tempi per dare un nuovo assetto all'organo rappresentativo dell'ente mon­tano, scaduto lo scorso 22 ot­tobre 2007 e tuttora in regime di proroga.
A tale scopo però gli attuali 13 comuni facenti parte dell'ente montano (Mattinata, Monte SanfAngelo, Rodi Garganico, Vieste, Carpino, San Nicandro, San Marco in Lamis, Ischîtella, Cagnano, San Giovanni Roton­do, Peschici, Rignano Gargani­co e Vico del Gargano) devono accelerare i tempi delle nomine dei rispettivi consiglieri di rap­presentanza da inviare. Finora solo quatto o cinque comuni lo hanno fatto. Le vicende di que­sti giorni impongono invece che bisogna fare presto.