La vicenda della discarica di San Nicandro è una delle tante che sa tanto di effetto nimby (la monnezza dappertutto fuorché in casa nostra) e che non può essere circoscritta, specie in un momento come questo, al solo Gargano dove da qui a qualche mese soltanto potrebbero verificarsi gli stessi problemi che oggi registriamo altrove, vedi Campania.
Del resto i campanelli di allarme già hanno preso a suonare, e una soluzione bisognerà pur prenderla. Da Vieste, l'unica discarica autorizzata del Gargano, la sindachessa Ersilia Nobile ha fatto sapere nei giorni, che il sito viestano ha una autonomia non superiore ai sei mesi; ciò significa che a giugno la saturazione potrebbe indurre a far esplodere l'emergenza. A San Nicandro è bastato che qualcuno avanzasse (con la dovuta cautela peraltro) l'ipotesi di una candidatura a ospitare un impianto di selezione, perchè il dissenso alla pestilenza si levasse. Oddio, stando alle cronache non è che il seguito sia stato copioso: anche nella maggioranza, come tra i banchi della minoranza, qualcuno disposto a discutere e a ragionare su un tema che coinvolge la cittadina garganica fino al collo, si è pure fatto avanti. San Nicandro sarà pure sommersa dai rifiuti, ma soprattutto dai debiti nei confronti di Vieste, per spese di conferimento giornaliere, mai saldate. Del resto il sindaco, Costantino Squeo, proprio su questo tema così delicato non vuole nè bruciarsi» nè imporre scelte che, come ha detto, dovranno toccare il top della condivisione. E allora ecco imboccare la strada della concertazione capace giungere ad una soluzione bipartisan, capace di comprendere che i rifiuti potrebbero rappresentare anche una risorsa nel momento in cui i cittadini ne traessero dei vantaggi economici (riduzione dei costi sulla tassa rifiuti); se il sito individuato fose idoneo e se l’ambiente fosse salvaguardato. Tre condizioni indispensabili per mediare su una questione delicata che se la politica non fosse in grado di gestire, dovrebbe essere quantomeno in grado di informare nella maniera più corretta sui rischi eventuali e sui vantaggi anche questi eventuali. La Provincia dl canto suo si è già pronunciata dando il via libera alla reperibilità del sito oltretutto fuori dall'area parco. E la questione torna ad agitarsi tra i due poli: quelli politici (maggioranza e minoranza) e quelli più importanti di compatibilità ambientale ed economica.