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Scandalo Cassa Rurale Carpino entro marzo la sentenza

Entro fine marzo potrebbe essere emessa la sentenza nei riguardi dell’ex direttore della filiale di Carpino della cassa Rurale e Artigiana di S. Giovanni rotondo, Giuseppe Fiorentino, e di altri cinque dipendenti dell’istituto bancario.Il giudice, Michele Nardelli. ha fissato al 31 gennaio l'udienza per ascoltare l'ex direttore e un testimone a suo discarico, Francesco Mosca, titolare della "Producta System", ex "Gargano alluminio". A tamburo battente altre due udienze, i114 e 20 marzo per le arringhe degli avvocati e per ascoltare le richieste del Pubblico ministero. Nella stessa giornata del 20, a meno di fatti nuovi, il giudice entrerà in Camera di con­siglio, in serata forse la sentenza. Nel corso delle ultime due udienze di di­cembre, il magistrato aveva ascoltato venti testimoni, tra i quali il maresciallo della guar­dia di finanza di Sannicandro, Benedetto Asciuti che nel corso della sua lunga de­posizione (cinque ore) aveva ripercorso le tappe dell'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio dell'ex direttore dell'Istituto banca­rio, di cinque dipendenti e di una settima persona. I passaggi più significativi: i movimenti di danaro che ci sarebbero stati, all'insaputa dei titolari di conto corrente, tra i1 2001 e i1 2003, presso la filiale carpinese; l'anno successivo, la denuncia dei correntisti e l'avvio dell'in­chiesta da parte della Procura della Repub­blica di Lucera. Della questione si interessò anche la Banca d'Italia che dispose più di un'ispezione. Insieme all'ex direttore (difen­sore di fiducia, Gaetano De Perna), gli altri imputati sono l'ex presidente dell'Istituto di credito di San Giovanni Rotondo, Giovanni Ercolino (legali Luigi Follieri e Nazario Flo­rio), i cassieri Vittorio Pazienza, Nicola Ur­bano, Angela Urbano, Costanzo Ritrovato, tutti difesi dall'avv. Gianluca Vincenzo Boc­chino; ancora, Michele Vivoli, l'unico non dipendente dell'Istituto bancario (legale Giu­seppe Simone). I capi di imputazione: ai dipendenti viene contestato "il concorso, con più azioni ese­cutive di un medesimo disegno criminoso, con artifici e raggiri consistenti nell'eseguire movimentazioni indebite di denaro, perchè effettuate in assenza di autorizzazioni dei clienti, inducendo in errore la direzione cen­trale dell'istituto bancario circa la legittimità delle operazioni, procuravano a sè e ad altri, un ingiusto profitto, con danno dell'istituto bancario". Per tutti c'è "l’aggravante dell'abu­so della relazione di prestazione d'opera". Per l'ex direttore e i cassieri anche l'accusa di avere eseguito operazioni indebite di de­naro, in assenza di autorizzazione da parte dei clienti, procurando a sè e ad altri un ingiusto profitto, oltre all'aggravante dell'abuso della relazione di prestazione d'opera". Michele Vivoli è accusato di aver "aiutato Fiorentino ad assicurarsi il profitto in re­lazione ad un bonifico di 10mila euro me­diante prelievo dal conto corrente di Nicola Mitrione, e accreditamento in favore della “Bi.ol.ga. dei fili Vivoli s.n.c.), disponendo indebitamente della predetta somma con bo­nifico in favore di Donato Azzarone, suocero di Giuseppe Fiorentino". Parti civili: la Cassa di San Giovanni Ro­tondo, per il "danno d'immagine procurato all'Istituto a seguito di quanto accaduto pres­so la filiale carpinese"; inoltre, Giuseppe Lu­ciani, titolare di un salone automobilistico a Rodi Garganico, nei confronti del solo ex di­rettore della filiale di Carpino.