Con costi quasi nulli per la Regione ed enormi vantaggi ai pazienti. Lo propone con una interrogazione al Presidente della Giunta e all’assessore alla sanità il capogruppo de La Puglia Prima di Tutto Francesco Damone che prende ad esempio il servizio già funzionante in provincia di Foggia sulla base di una convenzione a titolo gratuito stipulata dalla precedente amministrazione regionale.“La precedente Giunta – scrive Damone – fino ad ottobre scorso aveva stipulato con la società cardiologica Europea una convenzione con la quale si dava inizio alle prestazioni gratuitamente, mentre dalla scadenza della vecchia convenzione pare che la Regione Puglia debba affrontare un impegno di spesa annua per proseguire gli interventi pari a circa 1.500.000,00 euro, oltre al personale che si prevede, tra le diverse figure, di 40 soggetti circa, per la gran parte medici ed infermieri, con un ulteriore costo realmente consistente che durerà nel tempo; ma oltre ai costi così valutati, un ulteriore danno economico potrebbe ricadere sulle casse regionali – aggiunge Damone – se si dovesse prevedere il trasferimento degli ammalati non negli ospedali con divisioni di cardiologia, ma in ospedali ben individuati presenti sul territorio o in cliniche private, recando così un danno consistente sia sul piano economico, che su quello gestionale; il tutto attraverso una procedura di gara che probabilmente sarà aggiudicata alla su citata ditta (infatti si tratta solo di un rispetto formale della legge e non sostanziale). C’è invece la possibilità di attrezzare strutture ospedaliere ben individuate esistenti sul territorio, fornite di sistemi fissi e mobili i cui costi al massimo si aggirano intorno ai 100.000 euro senza ulteriore aggravio di spesa. Chiediamo quindi – conclude Damone – se non sia meglio prevedere un servizio unico per ogni Provincia che renderebbe più funzionale il sistema, si avvarrebbe di personale di consolidata esperienza e non comporterebbe aggravi di spesa di nolo delle attrezzature e di personale; se non sia il caso di individuare a livello provinciale il Presidio di riferimento, dopo una attenta analisi, delle strutture territoriali ed umane; se non sia il caso di rendere il meno oneroso possibile l’intero servizio che, viene nel caso di specie, affidato a giovani medici specializzati certamente bravi, ma inesperti sul piano concreto”.