Non è bastato neanche il fuoco per muovere le acque. Chi sperava che almeno tre morti, due indagati e mezza Peschici andata in fumo potessero bastare per il Piano del Parco del Gargano, per il catasto degli incendi e per la Protezione civile regionale si è sbagliato.
Sono bastati per qualche annuncio in più, non per la realizzazione effettiva. Difficile scegliere quale dei ritardi è più clamoroso. Di certo, però, l'annuncio più ripetuto è quello relativo alla Protezione civile regionale. Il primo del governatore Nichi Vendola risale al 2005, dopo la tragica alluvione che colpì la provincia di Bari del mese di ottobre; il secondo due anni dopo, all'indomani degli incendi de124luglio scorso sul Gargano. Nello scorso mese di novembre è arrivato il via libera del Genio civile a costruire la sede della protezione civile regionale nella vecchia aerostazione di Bari Palese. E, immancabile, anche il terzo annuncio: sei mesi e tutto sarà pronto. Ne sono passati tre e siamo ancora all'appalto provvisorio: non è detto che per la prossima estate la sede annunciata nel 2005 sarà pronta. II ritardo più lungo è, però, quello del Piano del Parco del Gargano, la cui mancata approvazione lascia discrezionalità ai Comuni creando dei varchi per aggirare le regole: lo si aspetta da 13 anni, dall'istituzione dell'Ente nel 1995. Non si tratta, quindi, di un problema esclusivo del presidente Giandiego Gatta. Ma l'attuale gestione da tre anni non approva (anche modificando, eventualmente) la bozza cui era giunta la precedente. «È stata bocciata da Comuni e associazioni di categoria, ambientaliste e venatorie», ebbe modo di dichiarare Gatta la scorsa estate, promettendo che «nella prossima primavera» il Piano sarebbe stato approvato, «essendo ormai nella fase conclusiva». Da allora, la prima riunione della Comunità del Parco (organo collegiale di cui fanno parte i 18 Comuni del Parco, la Regione Puglia, la Provincia di Foggia e la Comunità montana) è stata fissata per il prossimo 19 febbraio: solo allora – e mancherà solo un mese alla primavera – si comincerà ad analizzare la bozza del piano in attesa degli emendamenti, della discussione e della eventuale approvazione. Anche per i ritardi nell'approvazione del Piano del Parco il presidente Gatta è stato a fine dicembre scorso il destinatario di una lettera del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che avviò in quell'occasione le procedure per la revoca del – 1'incarico. Gatta ha inviato le sue controdeduzioni a metà gennaio. Ma nel frattempo a essere «revocato» dal suo in carico è stato Pecoraro Scanio con la caduta del governo. Governo che, in quanto ad annunci, non è stato da meno. «Le attività che hanno ricevuto danni saranno rimborsate. Ciò non accadrà domani o fra due giorni – annunciò nei giorni seguenti il rogo di Peschici il vice premier Francesco Rutelli – ma accadrà». Di giorni ne son passati 180, la Finanziaria è andata via, il mille proroghe pure e con le promesse è andato via anche Rutelli. Ma i rimborsi sono rimasti un annuncio. In parte sanato è, invece, il terzo ritardo, quello del catasto degli incendi. Si tratta dello strumento che meglio di altri contribuisce a evitare speculazioni, abusi e utilizzi non consentiti dei territori bruciati. A1 termine della scorsa estate, su 258 comuni pugliesi solo il 19% era dotato di un catasto degli incendi. E Peschici rientrava nella maggioranza dell'8o per cento. «Abbiamo predisposto il catasto – ha spiegato il sindaco peschiciano Franco Tavaglione – nella giunta del 6 novembre scorso. È stata fatta una fotografia al 31 dicembre 2006. Per l'approvazione definitiva attendiamo gli ultimi dati del Corpo forestale dello Stato relativi al 2007. Una volta che saranno pubblicati gli aggiornamenti, rendendo così possibile eventuali ricorsi, ci sarà l'approvazione definitiva».