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Partito delle libertà, liste uniche An-Forza Italia anche alle Provinciali?

I giorni del dissenso e dei dissidi sono alle spalle. Alle politiche del 13 e 14 ottobre gli elettori del centrodestra non troveranno sulla scheda né il simbolo di Forza Italia né quello di Alleanza Nazionale. L’incontro di oggi tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi schiude la porte al Partito delle libertà; al grande soggetto unitario che solo pochi mesi fa aveva fatto volare gli stracci nell’ormai ex Casa delle libertà.Un solo simbolo ed una sola lista dunque; con la possibilità che la formula possa essere trasferita anche a livello locale, a cominciare proprio dalle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale.
Un evento che potrebbe rimescolare nuovamente le carte nello schieramento di centrodestra, perché con ogni probabilità destinato ad incidere sugli accordi per la designazione del candidato presidente. L’Udc Enrico Santaniello è ai blocchi di partenza ed aspetta il via libera. Ma ovviamente anche il tenore delle trattative non potrà restare indenne dall’onda lunga del partito unico, non foss’altro perché Pierferdinando Casini ha già detto di non voler rinunciare alla propria autonomia.
Molti i commenti positivi per l’intesa Berlusconi Fini. I consiglieri regionali Roberto Ruocco di An e Lucio Tarquinio di Forza Italia parlano di uno storico passo avanti in direzione di una prospettiva di modernizzazione del sistema politico; mentre l’europarlamentare alleantino Salvatore Tatarella pronostica giorni eccezionali “Finalmente – afferma Tatarella – Si intravede l’alba della Terza Repubblica”. E a nessuno è sfuggito che la fumata bianca, quasi per un segno del destino, è arrivata proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Pinuccio Tatarella, l’ideatore della formula di andare “oltre il polo”.
A criticare la nascita del Partito delle libertà, però, ci ha pensato il capogruppo dell’Udc in consiglio regionale Angelo Cera, che bolla il nuovo soggetto come una formazione di stampo peronista forse utile per dragare consensi ma assolutamente priva di anima. “L’Udc – chiosa Cera – è pronta anche a correre da sola”.