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Spunta una lettera inedita

di Woytila a Padre Pio  Poco prima di essere nominato arcivescovo di Cracovia (Polonia), il futuro papa Giovanni Paolo II chiese aiuto al frate del convento di San Giovanni Rotondo (Foggia) per le difficoltà che incontrava nei rapporti con il regime comunista.Oltre alla lettera scritta a Padre Pio per chiedere la guarigione di una mamma ammalata di cancro, la dottoressa Wanda Poltawska, e alla successiva che ringraziava del miracolo ottenuto, mons. Karol Wojtyla (poi diventato papa Giovanni Paolo II) scrisse altre lettere al frate con le stimmate, in una delle quali invocò aiuto per «le ingenti difficoltà pastorali che la mia povera opera incontra nella presente situazione», con evidente riferimento ai difficili rapporti della Chiesa di Cracovia con il regime comunista polacco. Inviata pochi giorni prima di essere nominato arcivescovo di Cracovia, questa lettera è stata scovata nell’archivio della Curia di Cracovia e pubblicata oggi dal “Giornale”.
Nel testo, l’allora amministratore apostolico di Cracovia ringrazia Padre Pio anche per un’altra guarigione miracolosa della quale non si sapeva nulla, ottenuta per il figlio di un avvocato, gravemente ammalato dalla nascita. «Ambedue le persone stanno bene», scrive il futuro Papa confermando così di aver inviato dunque almeno un’altra missiva con la quale chiedeva la guarigione del giovane, oltre alle due già conosciute e alla terza pubblicata oggi, nella quale è contenuta oltretutto anche la richiesta di guarigione per una signora paralizzata della sua diocesi, che rappresenta l'indizio di un rapporto tra Wojtyla e il santo del Gargano molto più solido di quanto si era ipotizzato.
La postulazione della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, che ha reperito il documento, ha ricostruito le circostanze relative alla richiesta di aiuto contro il comunismo: nel 1962 mons. Wojtyla attraversava una fase delicata della sua vita, in quanto era morto l’arcivescovo di Cracovia, Baziak, e da mesi era aperta la ricerca di un candidato per la successione gradito sia al primate polacco, il card. Stefan Wyszynski, che all’autorità dello Stato. Il primate aveva presentato terne di nomi rifiutate dal governo comunista. La situazione si sbloccò all’improvviso, proprio dopo la lettera a Padre Pio, quando un alto funzionario del Partito comunista, Zenon Kliszko, suggerì che venga proposto «un uomo di dialogo, come il giovane vescovo ausiliare, di cui ho dimenticato il nome, con il quale in due settimane abbiamo risolto il caso del seminario di Cracovia». Quel vescovo era proprio Karol Wojtyla, che aveva con fermezza rivendicato il diritto della Chiesa sulla sede del seminario, occupato dai comunisti locali. A soli 43 anni, il futuro Papa si ritrovò così arcivescovo della sede cardinalizia di Cracovia, dopo aver retto per oltre un anno e mezzo quella sede come amministratore apostolico, tra «ingenti difficoltà pastorali».