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Porti – La Puglia

regina dell'Adriatico  Il porto di Bari si è consolidato al primo posto per passeggeri e cabotaggio e la sua importanza si estende con l’Autorità portuale del Levante, un’unica “casa” in cui sono compresi anche gli scali di Manfredonia (Foggia), Barletta e Monopoli (Bari), dai numeri tali da far diventare la Puglia come uno dei principali “hub” marittimi del Mediterraneo. Lavori in corso a MolfettaPuglia regina della portualità dell’Adriatico. Cresce il traffico passeggeri ed il traffico commerciale nel tacco dello Stivale che riconquista così la naturale propensione agli scambi marittimi che è data dalla natura del suo territorio, per circa due terzi bagnata dal mare. La Puglia, infatti, con i suoi 800 chilometri di coste rappresenta il collegamento più ravvicinato con i Balcani e con l’Est europeo ed asiatico ed è strategico per il futuro Corridoio 8 europeo Bari-Varna (Mar Nero).
Proprio il porto di Bari si è consolidato come il primo dell’Adriatico per passeggeri e cabotaggio e la sua importanza si estende con l’Autorità portuale del Levante, un’unica “casa” in cui stanno dentro anche i porti di Manfredonia (Foggia), Barletta e Monopoli (Bari), dai numeri tali da far diventare la Puglia come uno dei principali “hub” marittimi del Mediterraneo.
L'importanza della Puglia è destinata ulteriormente a crescere: a Molfetta (Bari), sempre sull’Adriatico, sono iniziati i lavori di costruzione del nuovo porto commerciale, un’opera da 55 milioni di euro che la pone al secondo posto dopo il “Mose” di Venezia tra le opere marittime in corso d’opera più rilevanti del nostro Paese.
Per completare un capitolo che sta dando molte soddisfazioni e che ne promette ancora di più in seguito, la Regione Puglia ha dato vita ad un programma di ampliamento e sviluppo dei porti turistici che prevede in pochi anni di raddoppiare il numero di posti-barca da 10 a 18 mila circa e di realizzare dei porti-pivot.

Il porto di Bari si impone a colpi di numeri e di crescita in doppia cifra tanto da far dire all’assessore regionale ai Trasporti Mario Loizzo che il capoluogo pugliese ha superato città come Venezia, Ancona e Trieste. Nel 2007 il porto di Bari ha registrato una crescita del traffico passeggeri del 13 per cento rispetto al 2005 con un movimento di 1.780.029 persone, divisi fra traghetti e ferry (1.428.132) e crocieristi (351.897). Registrato inoltre un traffico di 253.790 auto, 5.078 bus e 203.620 tir e semirimorchi.
Cresce anche il traffico mercantile del 6,5 per cento per un movimento complessivo di 5.554.000 tonnellate di merci. Nel 2007 il tonnellaggio in entrata è stato pari ad un totale di 3.482.177, quello in uscita pari a 2.072.619, con un aumento di 339.085 rispetto all’anno precedente. È creciuto notevolmente, del 24 per cento, il tonnellaggio del “general cargo” ad alto valore aggiunto (prodotti siderurgici, l’impiantistica e gli elementi per l’alimentazione delle centrali eoliche).
Altro incremento nel 2007 è dato dalla crescita delle merci su gomma (ro-ro, road-road), del 9,7 per cento. Lieve incremento per le rinfuse solide (+ 0,7), in particolar modo i cereali. Le merci che maggiormente entrano nel porto di Bari sono proprio le materie prime agricole della cerealicoltura ed il “general cargo”, quelle che maggiormente escono sono le merci ro-ro ad alto valore aggiunto.
In questo contesto nuova linfa può giungere dall’unione delle forze e dalle sinergie con i porti di Manfredonia, Barletta e Monopoli che si sono riuniti nell’Autorità Portuale del Levante, vale a dire scali autonomi che insieme costituisco un grande porto “allargato” capace di attrarre ed ospitare nuovi traffici dal sud-est europeo e di reggere la competizione con i più grandi scali italiani.

Puglia, dunque, porta spalancata a Levante. Un altro tassello si aggiungerà nei prossimi anni a questo fausto contesto portuale. Sono iniziati i lavori preliminari del nuovo porto di Molfetta, tenuti a battesimo dal sindaco Antonio Azzollini e dal vescovo Luigi Martella.
Lavori per 55,5 milioni di euro che saranno realizzati in quattro anni dalla Cooperativa Muratori e Cementisti – Cmc di Ravenna, azienda capogruppo di un’associazione temporanea di imprese.
Il cantiere è iniziato con la costruzione della bretella di collegamento tra la diga foranea Salvucci e la terraferma. Il mega-progetto di Molfetta prevede la realizzazione di una diga foranea, dei dragaggi del fondale marino, di opere infrastrutturali marittime e stradali e di un terminal ro-ro. Molfetta ha già un porto commerciale, di seconda classe, con 8 scali di alaggio ed un pontile. Senza dubbio questa opera moltiplica esponenzialmente le prospettive del porto molfettese. In dettaglio i lavori previsti dal mega-appalto solo la realizzazione di un secondo molo in continuità alla diga Salvucci già esistente, uno “sperone” (piccolo molo)
collegato all’attuale molo San Vincenzo, il banchinamento della diga Salvucci, una banchina di riva per il traffico commerciale e le navi Ro-Ro (vale a dire che le merci sono a bordo dei camion che vengono caricati direttamente sulle navi anziché su container), una banchina destinata alla nautica minore, un piazzale per la movimentazione delle merci.
Una draga di grosse dimensioni provvederà ai lavori di scavo del sottosuolo marino necessari per favorire l’ingresso delle imbarcazioni nel bacino del porto e quindi per la navigabilità interna. Il porto sarà dotato anche di un centro servizi per lo svolgimento delle attività portuali e di alcuni capannoni per lo stoccaggio delle merci. Quanto alla viabilità, sono previste la costruzione di un ponte per il collegamento del porto con la zona industriale e una rete di viabilità interna al porto e parcheggi.

L’altro grande tassello è quello dei porti da turismo e diportismo che possano sfruttare al meglio gli 800 chilometri di coste e soprattutto il traffico di imbarcazioni di lusso che possono generare anche un interessante ritorno economico per la Puglia. L’idea di un sistema di porti turistici la sta sviluppando l’assessore regionale al Turismo, Massimo Ostillio.
«L'elemento innovativo che la Regione sta portando è la filosofia di un piano regionale in modo da superare le diffuse gelosie che possono crearsi sul territorio – spiega l’assessore Ostillio -. La nostra idea di fondo è quella di realizzare dei porti-pivot. Come nella pallacanestro il pivot è un ruolo di guida, così il porto-pivot è uno scalo maggiormente dotato di servizi rispetto ai tanti approdi ed ai ricoveri che è giusto che
siano lungo tutta la costa. Servizi quali la riparazione, la manutenzione, gli alaggi, il rifornimento idrico ed elettrico, dunque sicurezza della navigazione ed offerta di qualità», aggiunge.
«Ai porti-pivot – spiega Ostillio – si può intercettare così anche quel turismo di lusso che adesso preferisce la Croazia o altre coste perché la Puglia non è attrezzata, in questo modo è altra economia». Il piano è attualmente in fase di studio di dettaglio.
«Noi contiamo entro la fine del mese di avere il completamento dello studio del Piano dei porti che è stato affidato a Sviluppo Italia – dice ancora Ostillio -. Si tratta di uno studio cosiddetto di pre-fattibilità che sta per essere programmato anche nel dettaglio. L'obiettivo è realizzare un sistema di porti turistici che superi le attuali carenze che ripongono principalmente nella ridotta infrastrutturazione per il turismo ed il diportismo»