D’ora in avanti per la perdita dei finanziamenti del fondo di solidarietà europea parleranno le carte bollate. Ieri sera il consiglio comunale di Peschici ha dato mandato alla giunta di centrodestra, guidata da Franco Tavaglione (M), di incaricare un legale per accertare di chi siano state te responsabilità amministrative e quindi verificare se ci sono i termini per intraprendere un'azione di richiesta di risarcimento danni.
Alla popolazione del centro garganico non sono sufficienti le spiegazioni «tardive» giunte in questi giorni dai diversi attori coinvolti nella bocciatura, per scadenza di termini, della richiesta di sovvenzione da parte della Commissione europea. Insomma, la vicenda non può essere liquidata. In apertura di dibattito il sindaco ha relazionato, carte alla mano, su quanto avvenuto. Tra le mani dei consiglieri comunali la lettera del 29 ottobre indirizzata al capo della Protezione civile e alla presidenza del consiglio dei ministri firmata dal direttore generale per le politiche regionali Dirk Ahenr. La lettera che dichiarava irricevibile l'incartamento. Anche sull'«occultamento» di questa risposta il consiglio comunale di Peschici vuole chiarezza. Perché nessuno ha informato l'amministrazione peschiciana e gli altri che la sovvenzione era andata in fumo? Non sono mancati spunti polemici tra maggioranza e opposizione sull'opportunità o meno di avviare immediatamente un'azione nei confronti del Governo. Alla fine la proposta del sindaco è passata seppur ridimensionata, almeno in questa prima fase. «Non vogliamo puntare il dito contro nessuno – è stato detto da più di un consigliere comunale di maggioranza intervenuto al dibattito durato un paio d'ore – fino a quando non saranno chiare e limpide le responsabilità». Protezione civile nazionale, protezione civile regionale, Regione Puglia, presidenza del consiglio, e anche ministero per l'ambiente. L'affidamento ad un avvocato è finalizzato a spulciare tutto l'incartamento risalendo ai responsabili del procedimento passo per passo. Capire soprattutto quale tipo di approfondimento ha richiesto la Commissione europea dopo aver in un primo tempo dichiarato che le carte potevano essere vagliate. 161 milioni di curo non sono più recuperabili, sono andati in fumo come le colline e le coste del Gargano. Ma a Peschici non intendono lasciare che vada distrutta, nello scaricabarile istituzionale, anche la verità.