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«I problemi in Puglia: rifiuti e sanità»

 A sottolinearlo il procuratore regionale della Corte dei Conti della Puglia, Francesco Lorusso, che stamani ha inaugurato l'anno giudiziario, «ma le speranze sono buone»
La relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti della Puglia, Francesco Lorusso, che stamani ha inaugurato il nuovo anno giudiziario, si sofferma in particolare sul contenimento della spesa sanitaria pugliese e sulla gestione del ciclo dei rifiuti in Puglia. «Anche la legge regionale di bilancio 2007 – ha detto il Procuratore- non ha dal proprio canto mancato di offrire ulteriori occasioni per meditare, non solo sul metodo a cui il legislatore, anche periferico, ormai ricorre sovente nell’accorpare in maniera disorganica e farraginosa misure differenti e talvolta stridenti tra loro, quanto pure sul merito dei meccanismi normativi prescelti per pervenire, entro l’anno, al riequilibrio della spesa sanitaria pugliese». Il riferimento è, tra le altre, all’aumento delle aliquote Irap, dell’addizionale Irpef, della cosiddetta accisa di pertinenza regionale su idrocarburi e benzina, la riorganizzazione dei distretti territoriali in ambito sanitario. «A proposito poi delle difficoltà di gestire l’intero ciclo dei rifiuti, in Puglia – ha sottolineato il procuratore Lorusso- non si sono sinora verificati episodi analoghi a quelli accaduti nella vicina Campania, solo perchè si è potuto disporre di un maggior numero di discariche attive, ovviamente regolamentari». Tuttavia, secondo la Procura presso la Corte dei Conti «rimane tuttora irrisolto al di là di quale rara eccezione, l’annoso problema della realizzazione sull'intero territorio regionale di isole ecologiche per la raccolta differenziata ed impianti di compostaggio o termovalorizzazione, benchè anche in questa regione abbia operato ugualmente un governo commissariale pluriennale, con l’affluenza di cospicui contributi pubblici».

Il procuratore Lorusso ha quindi aggiunto che sull'impiego di questi finanziamenti è stato aperto «qualche fascicolo istruttorio» e che nel frattempo «sono stati introdotti vari giudizi di responsabilità che hanno visto condannare anche in appello, molti pubblici amministratori e funzionari, soprattutto comunali, a causa del loro comportamenti abbastanza arrendevoli alle pretese, talvolta ingiustificate ed esorbitanti, delle imprese appaltatrici dei rispettivi servizi di Igiene Urbana». Un comportamento che, secondo la Corte dei Conti della Puglia, avrebbe consentito ad alcune di queste imprese «attraverso negligenze omissioni nel dovere di vigilare sul rispettivo operato, di assumere negli anni, approfittando anche di fattori congiunturali, la posizione di contraenti dominanti e di potersi così atteggiare, addirittura avere proprie lobbies». Il procuratore Lorusso nutre comunque «buone speranze che in un futuro non molto lontano la situazione possa radicalmente mutare nel suo complesso» anche grazie all’individuazione di 18 ambiti territoriali ottimali (Ato) trasformati poi in consorzi, e grazie all’attribuzione, con leggi regionali, a ciascuna provincia di deleghe per rilasciare le autorizzazioni per realizzare e gestire gli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti.