….mi ha riportato alla nostra realtà…
E’ all’Argentario e non a Vieste che l’impunità è davvero finita!Chi minaccia con il cemento l'integrità del promontorio dell'Argentario rischia, d'ora in poi, di non poterci mettere piede. La linea dura adottata dalla procura di Grosseto contro gli abusi edilizi in quel contesto di particolare pregio paesaggistico sta producendo risultati clamorosi. Nei giorni scorsi una signora romana, proprietaria di una villa sul promontorio, è stata colpita dalla misura coercitiva del divieto di dimora, che le impedisce non solo di godersi la sua villa ma anche di trascorrere le vacanze a Monte Argentario. La signora, che in passato era stata denunciata per aver fatto realizzare senza autorizzazione un muro di contenimento, è finita di nuovo sotto accusa per colpa di una piscina, costruita senza permessi. Le piscine sono un grande problema per il promontorio, perché incidono sulla carenza di acqua che si ripresenta ogni estate. Tanto grande è il problema che nei mesi scorsi sono state scattate fotografie aeree per censire le piscine e scoprire quelle costruite abusivamente. Preso atto della «pervicacia» negli abusi della proprietaria della villa, la procura di Grosseto ha chiesto e ottenuto dal gip la misura del divieto di dimora, mentre il geometra incaricato dei lavori, a sua volta indagato in precedenza per altri abusi, è stato interdetto per due mesi dalla professione. Sia la signora che il geometra si sono difesi spiegando di aver presentato una Dia(dichiarazione di inizio attività) per regolarizzare i lavori. Prima di loro, per altre opere abusive, erano stati colpiti da divieto di dimora un costruttore e un direttore dei lavori. Nel giro di una settimana i carabinieri della Compagnia di Orbetello, guidati dal capitano Andrea Siazzu, che è il figlio del comandante generale dell'Arma, hanno sequestrato appartamenti e ville per oltre otto milioni di euro. L'abusivismo ha già largamente sfigurato il promontorio. Negli ultimi trent'anni sono state presentate circa settemila domande di condono. Il Comune di Monte Argentario non ha i mezzi né le forze per esaminare una tale quantità di richieste. La procura di Grosseto sospetta che amminitratori e funzionari abbiano finito per favorire gli abusi e in qualche caso per guadagnarci sopra suon di tangenti. Nel novembre scorso undici fra funzionari, ex assessori e professionisti sono finti sotto inchiesta per abuso d'ufficio e corruzione. Fino a pochi anni fa la battaglia per salvare il paesaggio del promontorio è stata condotta con armi impari. Le cose sono cambiate dà quando il Codice dei beni culturali e del paesaggio, entrato in vigore nel 2004, ha trasformato gli abusi edilizi in zone paesisticamente vincolate: prima erano contravvenzioni (cioè reati più lievi), con il Codice sono diventati delitti (cioè reati più gravi), puniti con la reclusione da 1 a 4 anni. E ciò ha aperto la via alla adozione di misure coercitive, che non sono mai consentite per le contravvenzioni. Prima d'ora i palazzinari rischiavano qualche limitazione nella loro libertà solo in casi estremi, quando, per esempio, violavano i sigilli di un cantiere sequestrato. Ora possono cominciare a preoccuparsi. L'impunità, almeno all'Argentario, sembra davvero finita.