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DI CARLO all’assemblea Provinciale sulla candidatura di Paolo Campo alla Provincia

     E’ perlomeno irrituale che la notizia della candidatura di Paolo Campo alla Presidenza della Provincia, all’o.d.g. di quest’assemblea provinciale, fosse data per scontata dalla stampa già da qualche tempo.
     Mi sembra anche meritevole di qualche appunto il fatto che il nuovo segretario provinciale che eleggeremo il prossimo 25 febbraio abbia già un nome e un cognome.
     Mi preoccupa la possibilità che tanti di noi possano uscire da questa sala perplessi sull’aver contribuito ad un processo di reale democrazia partecipativa.
     La mia è una critica al metodo, non riguarda la persona: sicuramente Paolo Campo, Sindaco di Manfredonia, segretario provinciale provvisorio, prossimo segretario provinciale, candidato alla Presidenza della Provincia di Foggia, è un politico di razza che ha già dimostrato tutto il proprio valore.
Ha dimostrato le sue capacità anche in questi pochi mesi da segretario provinciale provvisorio del PD: è riuscito a portare in porto un processo complesso come quello della costituzione del gruppo dirigente del PD foggiano, senza ricevere critiche rilevanti e disimpegnandosi con abilità politiche, strategiche e tattiche non comuni a tanti di noi.
     Ma al di là della grande professionalità e  dell’innata competenza che gli vanno senz’altro riconosciute, l’esecutivo provinciale non avrebbe dovuto, a mio modesto avviso, presentare questa sera una proposta univoca di candidatura.
Perché è forte il rischio che si possa pensare, magari sbagliando, alla proposta di una segreteria chiusa in  se stessa. Ed è forte anche il rischio che si possa dedurre una strumentalizzazione dell’incarico di segretario provvisorio.
     Visto che Paolo Campo sta lavorando bene come segretario, alcuni di noi avrebbero sicuramente preferito che restasse in quel ruolo anche oltre il 15 aprile.
 Se per necessità, o per qualche altro motivo che mi sfugge, Campo doveva essere comunque candidato alla presidenza della provincia, proprio per avvalorare questa candidatura, avrei preferito che lo si facesse dando a quest’assemblea una possibilità di scelta e il tempo strettamente necessario per organizzare anche altre soluzioni.
     Insieme ad un gruppo di amici del Gargano Nord abbiamo aderito al manifesto per la Puglia di Guglielmo Minervini. Lo abbiamo fatto perché, in un partito possibilmente nuovo nei metodi, vogliamo contribuire a liberare le energie bloccate, le idee, le speranze, le passioni, per tentare nuovamente e meglio di incidere nelle scelte future e nei cambiamenti, al di fuori e al di sopra delle oligarchie politiche e delle deleghe dall’alto. In questo senso ci siamo impegnati a tenere fermo lo sguardo sui problemi della gente e sulle soluzioni possibili, approfondendo la linea di demarcazione da chi utilizza i problemi e la politica per fini di potere e per interessi personali.
Rispetto a questi nostri obiettivi ambiziosi sarebbe stato grave non intervenire in questo momento, in questa circostanza, non ponendo questa semplice critica su un metodo che non condividiamo.
     Questo avrebbe significato mettere un tappo alle nostre stesse energie, alle nostre idee di trasparenza e di partecipazione, alle stesse speranze di coloro i quali ci hanno eletto in questo contesto.
     Non vogliatemene! Cercate di comprendere questa critica per il valore, non polemico ma costruttivo, che essa rappresenta!
Non permetterò alcuna strumentalizzazione di questo mio intervento.
In ogni caso mi rimetterò alle decisioni che l’assemblea prenderà.