Nel PD continuano a vivere diverse anime. La prova si è avuta ieri, all'assemblea provinciale del partito, dove si è registrato l'affondo degli amici di Enrico Letta che, nell'intervento di Gaetano Prencipe, hanno rivendicato pari dignità con gli amici di Veltroni.
All'ultimo coordinatore provinciale della Margherita non è andato giù il metodo attraverso il quale si è giunti alla proposta di candidare Paolo Campo alla Presidenza della Provincia. Una candidatura decisa dall'esecutivo, anticipata durante una conferenza stampa e portata all'Assemblea provinciale solo per la ratifica finale. Insomma un diktat, mascherato dalla liturgia della partecipazione. I lettiani hanno poi criticato il cumulo di incarichi del leader provinciale del PD, e dovuto digerire la mancanza di spazi per una terza candidatura parlamentare per un foggiano. La Capitanata potrà contare solo sugli uscenti, Colomba Mongiello e Michele Bordo. Paolo Campo, nel suo intervento, ha ribadito che il 15 aprile metterà a disposizione del partito il mandato di segreatrio, ed affermato di aver raccolto con attenzione tutti i segnali di inquietudine rispetto al metodo utilizzato per giungere alla sua candidatura. "Ancora per un po' di tempo – ha detto poi – dovremo fare i conti con le appartenenze originarie di ciascuno di noi. L'accelerazione al dibattito sulla rappresentanza del PD in occasione delle imminenti competizioni elettorali, imposta dai continui stop and go sugli esiti della crisi di governo e la data stessa delle Provinciali, può aver compresso i tempi della discussione e della decisione; ma di certo non l'ha annullata o piegata alle logiche del verticismo e del dirigismo". Dal duello in punta di fioretto di ieri ne sono usciti bene sia Campo sia Prencipe. L'assemblea ha condiviso con un lungo applauso l'intervento dell'ex sindaco di Manfredonia, ed un altrettanto lungo applauso ha dato il via libera al suo successore per la corsa alla presidenza della Provincia.